Per sapere il motivo di queste integrazioni, oltre la mia
esperienza,
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Per sapere cosa è il PRIMO FLAGELLO umano che si chiama
CAFFE'
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MEDICHE "area medica" della
CAFFEINA Clicca
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inoltre è un
INSETTICIDA Clicca
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ZUCCHERO: dannoso e
tossico come il
CAFFE', l'ALCOOL
ed il TABACCO Clicca
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Per tutta la documentazione in nostro possesso
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Per la definizione degli "ALIMENTI ESSENZIALI"
http://acidoascorbico.altervista.org/prova1/Immagini/alimentiessenziali.htm
Tutto sul MAGNESIO
http://acidoascorbico.altervista.org/prova2/Immagini/magnesiobase.htm
Tutto sulla vitamina D
http://acidoascorbico.altervista.org/prova1/Immagini/vitaminadbase.htm
Questo post lo voglio dedicare alla vitamina E, l'"ALIMENTO
ESSENZIALE" AUTOPRODOTTO dai vegetali, quindi più importante per la loro
continuazione della specie:
I SEMI
Mentre per gli animali l'"ALIMENTO ESSENZIALE" più importante è l'AUTOPRODOTTO
ACIDO ASCORBICO, in quanto questo è solubile SOLO nell'acqua, nei SEMI questo
non è possibile..
Non per nulla gli animali sono fatti dal 70 al 90% di acqua, quindi ecco che
l'ACIDO ASCORBICO idrosolubile, appena AUTOPRODOTTO è in grado di raggiungere
senza problemi ogni cellula in pochissimi secondi facendo le sue funzioni a cui
è preposto senza alcun problema.
La prima sua funzione è quella di ANTIOSSIDANTE e CONSERVANTE.
Lo conferma il fatto che egli, denominato E300 è usato dalle industrie come
CONSERVANTE in parecchi cibi, primo fra tutti la birra, seguita dal vino e via
via molti altri prodotti conservati.
La pagina del libro dedicata allo SCIENZIATO chimico Irwin Stone, studiato anche
nelle scuole di chimica, in memoria si scrive:
"1 Dott. Irwin Stone: un tributo
1.1.1 Dott. Allan Cott
160 E. 38th Street,
New York, N.Y. 10016.
Questo tributo fu espresso dal dott. Cott al simposio dell’Accademia della
Psichiatria
Ortomolecolare appena dopo la morte del dott. Stone.
Il dott. Irwin Stone, biochimico ed ingegnere chimico, nato nel 1907, fu
istruito nelle scuole pubbliche di New York City ed al College della Città di
New York. Egli considerava parte della sua “istruzione” il suo impiego dal 1924
al 1934 ai “Pease
Laboratories”, allora un Laboratorio di consulenza biologica e chimica ben
conosciuto, dapprima da assistente batteriologico, quindi assistente del Chimico
Capo e quindi terminando nel ruolo di Chimico Capo.
Nel 1934 gli fu offerta la opportunità di mettere su e dirigere un Laboratorio
di Ricerca sugli Enzimi e la Fermentazione per la Wallerstein Company, un gran
produttore di Enzimi Industriali. Nel 1934 inventò il processo di utilizzazione
delle proprietà antiossidanti di una sostanza scoperta di recente, l’ACIDO
ASCORBICO, che era stato descritto da Albert Szent-Györgyi solo due anni prima,
nel 1932. Impiegò l’ACIDO ASCORBICO per stabilizzare il cibo contro gli effetti
indesiderabili e deterioranti dovuti alla esposizione all’aria ed alla
ossidazione. Nel 1935 furono presentate le domande per tre brevetti che furono
concessi nel 1939 e nel 1940. Così il dott. Stone ottenne i primi brevetti su
una applicazione industriale dell’ACIDO ASCORBICO, mentre Albert Szent-Györgyi
ricevette il premio Nobel per la Medicina nel 1937.
La ricerca del dott. Stone sull’ACIDO ASCORBICO continuò e lo condusse al suo
interesse sulla malattia, lo scorbuto. Trovò parecchi errori nei risultati
pubblicati sulle ricerche dei nutrizionisti, che avevano dominato questo campo
fin dal 1912.
Negli ultimi anni ’50 la ricerca del dott. Stone sulla genetica della scorbuto
era progredita al punto che si poteva dire che lo scorbuto non era un disturbo
dietetico, ma era un problema potenzialmente fatale di Genetica Medica. L’ACIDO
ASCORBICO,
così, non si comportava come la vitamina C in tracce, ma era un metabolita del
fegato, responsivo allo stress, prodotto internamente in grandi quantità
giornaliere nei fegati della maggior parte dei mammiferi, ma non negli umani.
Tra il 1965 ed il 1967 produsse quattro articoli che descrivevano un difetto
umano, presente dalla nascita nel 100% della popolazione, e dovuto ad un gene
difettoso nell’insieme dei geni umani: la malattia genetica del fegato,
potenzialmente fatale, che egli chiamò “Ipoascorbemia”, causa dello scorbuto.
Ebbe difficoltà nella pubblicazione del suo lavoro sulla “Ipoascorbemia” perché
le sue idee erano tanto avanzate e del tutto contrarie alle teorie esistenti
sulla eziologia dello scorbuto.
Le difficoltà di pubblicazione erano talmente grandi che ulteriori pubblicazioni
dovettero attendere il suo pensionamento dalla Wallerstein, nel dicembre del
1971, così che si poté dedicare a tempo pieno e con scarse finanze al
proseguimento di questo lavoro. Dal suo “pensionamento” fino ad ora, ha
pubblicato circa altri 50 ulteriori articoli medici e nel 1972 un libro, Il
fattore che cura. Nella sua carriera professionale, dal 1924 al 1984, ha
pubblicato oltre 120 articoli scientifici e gli sono stati concessi 26 brevetti
negli USA ed un numero innumerevole di brevetti all’estero.
Il lavoro del dott. Stone ha stabilito la base razionale per la Profilassi
Megascorbica e la Terapia Megascorbica come nuove modalità mediche nella
Medicina Preventiva e Terapia Ortomolecolare. Il suo lavoro dette una
spiegazione ai sorprendenti successi clinici del dott. Frederick R. Klenner che
era solito riportare i suoi pioneristici casi fin dalla epidemia di polio del
1947, riassunta in un classico articolo del 1974.
Fornì anche la base razionale alle migliaia di conferme in casi di gravi
malattie virali trattati con successo e gestiti dal dott. Robert F. Cathcart III
negli anni ’70 ed ’80.
Negli anni ’60, quando il lavoro di Stone fu portato all’attenzione del premio
Nobel Linus Pauling, questi divenne un ardente ricercatore nella terapia
megascorbica, che descrisse nei suoi libri sul raffreddore comune e sul cancro,
e portò alla fondazione
dell’Istituto per la Scienza e la Medicina.
Secondo l’opinione dei dottori Stone, Klenner e Cathcart, la tecnologia medica
della terapia megascorbica delle infezioni virali gravi è avanzata al punto che
ogni infezione virale può essere rapidamente ed efficacemente eliminata ed
abbiamo ora alla nostra portata i mezzi per spazzare via la minaccia delle
malattie virali. Il dott. Stone crede che se le stesse dosi megascorbiche usate
per il trattamento delle malattie virali fossero applicate alla terapia per il
cancro, si otterrebbero gli stessi successi, specialmente nel caso della
riabilitazione e nel fornire nuove speranze di vita e salute nel cancro
terminale. Tutti questi sono conseguimenti della nuova e robusta sottospecie
umana del dott. Stone, Homo Sapiens Ascorbicus.
Dott. Stone, la ricerca da lei fatta sulla nutrizione e sulla medicina
preventiva, specialmente riguardo le malattie virali, il cancro, le malattie
degenerative e l’invecchiamento, è della più grande importanza.
I risultati della sua ricerca contribuiscono alla salute di tutti noi qui oggi e
di tutta l’umanità.
Il fine del suo lavoro di ridurre la umana sofferenza e di aumentare il valore
della vita è stato raggiunto.
La sua emozionante e promettente ricerca sull’invecchiamento e sulle malattie
degenerative fornisce la speranza di sperimentare un tempo di vita doppio ai
tanti individui che invecchiano e che sono ancora in una condizione ottima di
vitalità.
Attraverso il suo lavoro che si è esteso per sei decenni di ricerca e che hanno
portato a scoperte che vanno dalla relativa semplicità della nutrizione alle
complessità dell’ingegneria molecolare, lei ha fornito a noi ed al mondo il dono
di grandi
miglioramenti non solo nella quantità, ma nella qualità delle nostre vite.
Con gratitudine per il suo lavoro pioneristico e con il più profondo
apprezzamento ed ammirazione, noi le diamo questo premio. E’ un mio onore
l’offriglielo -è con afflizione e tristezza che viene offerto postumo.
From Orthomolecular Psychiatry, 1984, Volume ??, Number ?, p. 150
[Nota: a causa di un errore di riproduzione dell’originale, il volume della
rivista (è
probabilmente il volume 13, comunque) ed il numero di questo articolo sono al
momento sconosciuti- AscorbateWeb ed.]
http://digilander.libero.it/genfranco/Immagini/irwinstonetributo.pdf
Ed ancora:
1 In Memoriam
1.1 Irwin Stone
1907 - 1984
Irwin Stone, un vero grande pioniere nel campo della ricerca sulla vitamina C, è
morto il 4 marzo 1984, all’età di 77 anni. Irwin si trovava a Los Angeles per
ricevere un premio dall’Accademia per la Psichiatria Ortomolecolare e dalla
Società Medica Ortomolecolare. Stava anche per ricevere un premio a sorpresa
dall’Istituto Linus Pauling per la Scienza e la Medicina. La morte è stata
accidentale, causata dal soffocamento dovuto al cibo rigurgitato. Come risultato
dell’incidente d’auto quasi
mortale del 1960, in cui si procurò gravi ferite alla gola, Irwin soffriva di un
esofago ristretto, che lo esponeva ad un permanente rischio di soffocamento da
cibo.
Irwin Stone cominciò gli studi sulla vitamina C, a cui si riferiva come
ascorbato, nel 1932, come chimico della Wallerstein Company di New York. Era
interessato alle proprietà antiossidanti dell’ACIDO ASCORBICO, allora appena
scoperto, come mezzo per proteggere il cibo dal deterioramento. Continuò gli
studi sulla vitamina C nei successivi 50 anni, fornendo così un immenso
contributo al benessere del genere umano.
Stone fece domanda per tre brevetti sull’uso industriale della vitamina C, nel
1935, storicamente per primo. Albert Szent-Györgyi ricevette il Premio Nobel in
medicina per il suo lavoro sulla vitamina C solo due anni dopo, nel 1937. Stone
ottenne un
totale di 26 brevetti per il suo lavoro sulla vitamina C come pure in altri
campi.
Negli anni 50 divenne chiaro per Stone che gli esseri umani avrebbero tratto
beneficio dalla ingestione di ascorbati in quantità molto più grandi di quelle
che venivano considerate adeguate dagli establishment medico e della nutrizione.
Dopo essere andato in pensione dal suo impiego ed essersi trasferito a San José
nel 1971, dedicò il resto della sua vita allo studio ed alla diffusione della
necessità per gli esseri umani dell’assunzione giornaliera di molti grammi di
vitamina C. Il suo libro del 1972 “Il Fattore che Cura” è considerato un
classico.
Nell’aprile del 1966 Irwin Stone incontrò Linus Pauling, il quale trovò ch’egli
era straordinariamente ben informato e convincente. Pauling attribuisce al suo
incontro con Stone il punto di partenza del suo stesso interesse per la vitamina
C.
Irwin Stone ricevette parecchi premi ed onoreficenze durante la sua vita,
incluso due lauree ad honorem. E’ stato autore di oltre 120 articoli scientifici
di cui almeno 50 sulla vitamina C.
Irwin lascia Barbara, sua moglie per oltre 50 anni, ed il figlio Steven,
avvocato nel campo dei brevetti. La sua memoria sarà onorata e conservata da
tutti noi che abbiamo avuto la grande fortuna di conoscerlo.
Dott. Bernard Rimland
http://digilander.libero.it/genfranco/Immagini/irwinstoneinmemoria.pdf
Mentre >Madre >Natura e la EVOLUZIONE nei SEMI di TUTTI i
vegetali al mondo, dato che questi non contengono acqua ma OLIO, che se così non
fosse non avrebbero la possibilità di vivere, ecco che loro hanno pensato bene
di scegliere un "ALIMENTO ESSENZIALE" che fosse liposolubile, cioè che si
sciogliesse nell'OLIO che circola incessantemente in loro, dando modo a questo
"ALIMENTO ESSENZIALE" di espletare le sue funzioni di ANTIOSSIDANTE e
CONSERVANTE sostituendo così le funzioni dell'ACIDO ASCORBICO, l'unico "ALIMENTO
ESSENZIALE" grande assente in questi semi, data la mancanza di acqua.
Questo "ALIMENTO ESSENZIALE" scelto è la;
vitamina D.
Difatti nel SEME, la vitamina D la troviamo prima di tutto nel GERME, dal quale
ha inizio la vita vegetale, come lo è nello SPERMA per l'inizio della vita
animale, e poi come ANTIOSSIDANTE e CONSERVANTE, circolante nell'olio contenuto
in ogni seme.
Difatti se si spremono i SEMI si ottiene da loro un olio con nomi diversi, ma
pur sempre solo olio.
A conferma la pagina recita:
"Dell'articolo sotto, devo fare presente che:
"Il germe di grano contiene agenti fitoattivi, calcio, potassio, fosforo, zolfo,
zinco, rame, ferro, magnesio, manganese, molibdeno, selenio, silicio, lecitina,
vitamina del complesso B, vitamine A e D, inoltre contiene anche una grande
quantità di vitamina E. Quest’ultima rallenta in modo naturale lo sviluppo delle
malattie degenerative causate dall’inquinamento dell’aria, inoltre rinforza il
sistema immunitario. La vitamina E ha un ruolo importante anche nel trattamento
del cancro: Impedisce la riproduzione delle cellule cancerose, previene il
danneggiamento del DNA, si utilizza con molta efficacia contro il cancro della
prostata. Aiuta a prevenire il morbo di Alzheimer, le malattie del cuore, dei
polmoni e del sistema circolatorio. Un altro principio attivo importante del
germe di grano è l’OCTACOSANOLO, che è un alcool saturo composto da 28 atomi di
carbonio. Per il fatto che il germe di grano contribuisce al miglioramento della
nostra lucidità mentale e resistenza fisica, è particolarmente raccomandato a
sportivi e studenti. L’OCTACOSANOLO rinforza la capacità riproduttiva degli
uomini, rilassa la muscolatura spesso contratta a causa dello stress, ravviva
gli organi dei sensi ed accelera i riflessi. Il germe di grano con i suoi
principi attivi diminuisce il livello del colesterolo nel sangue e mantiene in
equilibrio il funzionamento dell’organismo."
quindi ritengo che questo sia il LIQUIDO SEMINALI del grano dove è contenuto il
DNA della pianta.
MA NON CONTIENE ACIDO ASCORBICO, al contrario di quello animale che ne è la
base."
http://acidoascorbico.altervista.org/prova03/Immagini/germegranosperma.htm
Quindi, come detto dall'articolo:
"Il germe di grano contiene agenti fitoattivi, calcio, potassio, fosforo, zolfo,
zinco, rame, ferro, magnesio, manganese, molibdeno, selenio, silicio, lecitina,
vitamina del complesso B, vitamine A e D, inoltre contiene anche una grande
quantità di vitamina E. Quest’ultima rallenta in modo naturale lo sviluppo delle
malattie degenerative causate dall’inquinamento dell’aria, inoltre rinforza il
sistema immunitario. La vitamina E ha un ruolo importante anche nel trattamento
del cancro: Impedisce la riproduzione delle cellule cancerose, previene il
danneggiamento del DNA, si utilizza con molta efficacia contro il cancro della
prostata. Aiuta a prevenire il morbo di Alzheimer, le malattie del cuore, dei
polmoni e del sistema circolatorio."
questa vitamina E, abituata a circolare nei SEMI, negli animali è
preposta appunto all'apparato circolatorio per ogni individuo di ogni specie
animale."
Questo articolo conferma quanto riporta l'articolo in oggetto:
"La scoperta da uno studio cinese che ha coinvolto oltre 130 mila persone:
maggiori sono le quantità assunte di questo antiossidante naturale, minori sono
le possibilità di sviluppare la patologia. Gli esperti ricordano: “Basta una
dieta equilibrata, che aiuta a prevenire anche altri disturbi”.
23 LUG - Il segreto per aiutare a prevenire l’insorgenza del tumore al fegato
potrebbe essere semplice: consumare più vitamina E, che la si assuma con la
dieta o con integratori. A dirlo uno studio della Shanghai Jiaotong University
School of Medicine e dello Shangai Cancer Institute, pubblicato sulla rivista
Journal of the National Cancer Institute."
La AUTOPRODUZIONE di ACIDO ASCORBICO ha inizio appena le prime cellule iniziano
la vita: Lo spiega bene Irtwin Stone sul suo libro:
pagina 1/10------sostanza fondamentale
L'ACIDO ASCORBICO è una sostanza ubiquitaria fondamentale nel processo vitale.
Tutti gli organismi viventi o la producono o la prendono dal nutrimento oppure
periscono. I sistemi enzimatici per la produzione dell'ACIDO ASCORBICO sono di
antica origine e si sono formati molto presto nello sviluppo del processo vitale
su questo pianeta, probabilmente mentre le forme più altamente sviluppate erano
ancora forme primitive unicellulari.
pagina 1/10------solo embrione ma produce molto ACIDO ASCORBICO
L'evidenza della embriologia sia delle piante che degli animali corrobora questo
punto di vista dal momento che il seme dormiente della pianta e l'uovo
dell'animale sono privi di ACIDO ASCORBICO. C'è una produzione immediata di
ACIDO ASCORBICO nel seme che germina o nell'uovo in sviluppo, perfino quando
l'embrione non è niente più che un grumo di alcune cellule.
pagina 1/10------alta produzione sia in piante che animali
Anche la sua diffusa presenza in tutti gli odierni organismi pluricellulari, sia
piante che animali, lo testimonia. Possiamo anche dedurre che la produzione di
ACIDO ASCORBICO era ben sviluppata prima che gli organismi viventi divergessero
nelle forme di piante e di animali.
http://digilander.libero.it/genfranco/Immagini/irwinstorianaturale.pdf
Una esperienza personale fatta con Franca e tre amici.
Mi dispiace deludere qualcuno, ma il COLESTEROLO NON ESISTE. Mi permetto di dire
questo in quanto senza COLESTEROLO NON ESISTE LA VITA, persino nei vegetali. Su
questo la ricerca scientifica ha molto poco da fare, in quanto TUTTO QUANTO CI
DICONO E' FALSO.
Quello che NON ci dicono è che il nostro COLESTEROLO è prodotto
per MINIMO l'80% dal nostro FEGATO e che per farlo impiega delle ENERGIE di cui il
nostro corpo DEVE AVERE a disposizione per produrlo.
Bisogna sapere che ogni animale, per LA SUA VITA DEVE produrre GIORNALMENTE 4
"ALIMENTI ESSENZIALI" che per produrli ha bisogno di ENERGIE.
Il primo, il più
importante, cui l'Homo Sapiens ha perso la facoltà di AUTO PRODURSELO per il
100%, mentre per il resto degli animali è un METABOLITA prodotto al bisogno,
senza limiti nè di quantità, nè di tempo, si chiama ACIDO ASCORBICO.
La seconda produzione AUTONOMA e quella del COLESTEROLO, ma per risparmiare
ENERGIE Madre Natura NON ne fà produrre la totalità come fà con l'ACIDO
ASCORBICO, ma lascia che il corpo ne recuperi una parte dai CIBI, risparmiando
quelle ENERGIE che sono molto importanti per la eventuale difesa dai nemici o
per l'impiego del recupero del cibo. Per l'alimentazione, vedi per esempio il
leone.
La terza produzione AUTONOMA che ritengo altrettanto importante della seconda è
quella della vitamina D, da produrre per il 100%.
Per questa vitamina D, Madre Natura ha
impostato la produzione usufruendo dei raggi UV del SOLE ed approfittando del
COLESTEROLO già AUTO PRODOTTO risparmiando così ENERGIE già impiegate per questa
produzione e quella dell'ACIDO ASCORBICO (questa purtroppo non è più per l'Homo
Sapiens).
Questo è fatto per il RISPARMIO ENERGETICO,
lasciando all'individuo quelle ENERGIE RISPARMIATE per la difesa o
l'alimentazione, come già detto.
Sappiamo tutti
che i bambini che crescono senza il sole CRESCONO RACHITICI, ma la causa VERA è
la CARENZA DI vitamina D.
La quarta produzione INDISPENSABILE E BASILARE per la vita dell'individuo è il
COLLAGENE.
Già la parola stessa determina la sua "ESSENZIALITA", oltre che
trovarsi anche nel liquido seminale maschile di tutti i maschi del mondo
chiamato SPERMA, le due parola "COLLA" e "GENE" pare che abbiano un significato
molto particolare.
Difatti senza questo COLLAGENE tutto ciò che fà parte di noi
sarebbe NULLA a cominciare dalla pelle, alla carne e via via organo per organo
di cui anche la CARTILAGINE che è UN TIPO DI COLLAGENE.
http://acidoascorbico.altervista.org/prova1/Immagini/rispamioenergetico.htm
Dell'articolo in oggetto riporto e sottolineo con grande
dispiacere la parte che recita:
"Duro colpo per la vitamina C, ma anche per sua "sorella", la vitamina
E. La rivista "The Atlantic" ha pubblicato un articolo di un pediatra americano
specializzato in malattie infettive, Paul Offit, che giudica inutile o
addirittura dannosa l'assunzione di vitamine diverse da quelle naturalmente
presenti negli alimenti."
Come detto, lo riporto con dispiacere, poichè questo articolo
dichiara senza ombra di dubbia LA INCOMPETENZA E LA DISINFORMAZIONE di cui
vivono questa CLASSE MEDICA di cui il dottor Paul Offit che posso ritenere sia
un rappresentante.
IN CHE MANI SIAMO MAI FINITI SE, COME DICHIARANO, hanno fatto molti studi sul
corpo umano!!!
Ma quali studi?
http://acidoascorbico.altervista.org/prova2/Immagini/vitaminedannose.htm
"NESSUNO FA MAI NULLA PER NULLA"
Questo è un vecchio proverbio, ma sopratutto un detto che ritengo sia molto
adatto alle persone nei momenti attuali.
Dico attuali, poichè le persone che hanno vissuto fino a 60-100 anni fà non le
si poteva attribuire questo detto.
Come poteva essere se le persone conoscevano solo le persone che gli vivevano
attorno?
Il sottoscritto, nato nel 1940, fino agli anni 1950 ho vissuto solo di racconti
che vi fossero paesi vicini.
Come me, sono certo, molta popolazione italiana, ma tutto il mondo è paese.
Piano piano però le cose sono cambiate, ed anch'io non faccio più nulla per
nulla. Ho uno scopo ben preciso:
"Quello di vendicarmi del SISTEMA che mi ha reso sterile con i vaccini" negli
anni 60.
Questo fatto mi ha condizionato la vita, poichè anch'io come ognuno di noi, sono
venuto al mondo per la continuazione della nostra specie.
La pagina recita:
""Non vi sono parole per descrivere quello che è scritto nel video, lascio
l'interpretazione al lettore.
Da allora, il governo britannico è stato costretto a sospendere i vaccini
relativi all'H1 N1 per i bambini al di sotto dei 5 anni, ammettendo che il
vaccino avesse determinato una crescita di dieci volte di fenomeni quali
violente convulsioni nei bambini.
...ed ancora....
Il governo della Finlandia si è esposto pubblicamente, ed ed ha affermato come
quest'ultimo stia causando ogni genere di disordini neurologici, quali la stessa
narcolessia.
...Altro pezzo importante.....
Signore e signori, noi abbiamo a disposizione i documenti delle Nazioni Unite, i
documenti delle Fondazione Rochkefeller, risalenti agli anni '60, '70, '80 e
'90, fino ai giorni nostri, ed è possibile leggere e rendersi conto di come
ammettono di aver sviluppato vaccini per l'influenza o il tetano, all'interno
dei quali hanno inserito elementi chimici ed ormoni per ridurre la vostra
fertilità, o per sterilizzarvi.
...ed ancora....
Inviate tutti gli articoli mainstream che saranno sistemati in basso rispetto a
questo video, in cui si parla di come governi tra i più importanti del pianeta
siano stati costretti a sospendere le vaccinazioni perchè queste ultime stavano
determinando un'incredibile devastazione, e avvertite tutti che i vaccini contro
la influenza stagionale realizzati quest'anno conterranno anche il vaccino
contro l'H1 N1, oltre naturalmente a tutti gli "extra" che loro inseriranno.
Avvertite tutti quelli che conoscete. Questa è una questione straordinariamente
seria.
L'industria farmaceutica Bayer ha ammesso in tribunale di aver consapevolmente
distribuito per oltre un decennio.
Lo hanno fatto a sangue freddo, si tratta di un elemento che è parte di un più
ampio programma eugenetico.
I crimini delle grandi compagnie farmaceutiche sono "legioni", e (tali
compagnie) dovrebbero essre messe sotto accusa, dovrebbero essere portate di
fronte alla giustizia, anche perchè le loro condotte rappresentano l'elemento
che pone in connessione le grandi compagnie farmaceutiche, gli organismi
geneticamente modificati (OGM), e il governo.
http://acidoascorbico.altervista.org/prova30/Immagini/vaccinispeciale.htm
http://acidoascorbico.altervista.org/prova5/Immagini/burrograssisaturi.htm
Rporto quanto scrive
Linus Pauling sul suo libro riguardo
alla vitamina E
pagina 160/340------(vitamina E) i disturbi cardiovascolari
Per il controllo della patologia arteriosclerotica, che è la causa dei disturbi
cardiovascolari nelle loro svariate manifestazioni, un'altra vitamina ha
manifestato la propria efficacia, somministrata da sola o associata all'ACIDO
ASCORBICO. Si tratta della vitamina E (tocoferolo). una vitamina liposolubile.
Essa è stata scoperta nel 1922 da Hwerbwert M. Evans, professore di biochimica
all'università della California, e della sua collaboratrice Katherine Scott
Bischop. Essi hanno dimostrato la necessità di una sua assunzione per il
mantenimento di una buona salute nei ratti, ma solo di recente si è potuto
rispondere alla domanda se fosse altrettanto necessaria anche per gli esseri
umani. Soltanto nel 1968 il Food and Nutrition Board ha stabilito che essa è
essenziale nell'alimentazione umana e che per un adulto la dose giornaliera
raccomandata è di 30 UI (Unità Internazionale "1 mg = 1 UI"). Tuttavia, nel 1980
la RGR è stata ridotta dallo stesso ente a 10 UI. Ecco i motivi:
"Dato che fino ad oggi non esiste evidenza clinica a biochimica che l'apporto di
vitamina E sia inadeguato negli individui normali che seguono diete bilanciate
negli Stati Uniti, si considera soddisfacente l'attività della vitamina E nelle
diete medie... I valori [delle RGR] della tabella vanno considerati come un
apporto medio adeguato, ma l'adeguatezza di tali apporti varia se il contenuto
di acidi grassi polinsaturi nella dieta si scosta in modo significativo dalle
abitudini comuni... I dati che volessero dimostrare che le persone normali
traggono vantaggio da supplementi superiori a quelli indicati dalle RGR sono
ampiamente soggettivi.
Il Food and Nutrition Board ha, di conseguenza, rifiutato tutti i dati che
presenteremo quì; o forse ritiene che i soggetti a rischio per quanto riguarda i
disturbi cardiovascolari o altri problemi, i quali traggono giovamento dalla
vitamina E, non siano individui "normali". Visto che più della metà della
popolazione degli Stati Uniti muore a causa di disturbi cardiovascolari, tale
atteggiamento ma pare alquanto irrazionale. Ancora nel 1981 il Food and
Nutrition Board non era a conoscenza dei diversi effetti di un apporto minimo e
di un apporto massimo di un elemento nutritivo essenziale.
Durante gli ultimi sessant'anni se è protratta un'accesa controversia sulla
possibile efficacia della vitamina E, in quantità molto superiori a 10 UI al
giorno, nel controllo o nella cura di varie gravi malattie, compresi i disturbi
coronarici e quelli vascolari periferici. Al centro della controversia di
trovano il medico canadese dottor R. James Shute ed i suoi due figli, il dottor
Evan V. Shute ed il dottor Wilfrid E. Shute, che iniziarono a usare la vitamina
E nel trattamento delle malattie fin dal 1933. I successi da essi riportati
furono negati da molti altri medici, specie intorno al 1948, e da allora, per
trentasette anni, la posizione presa da quasi tutte le autorità mediche è stata
che la vitamina E in dosi superiori alla RGR di 10 UI non provoca miglioramenti
nella salute nè previene o tiene sotto controllo le malattie. Sono convinto che
le autorità siano in errore per quanto riguarda alla vitamina E, così, come lo
sono state riguardo all'ACIDO ASCORBICO.
Quando nel 1936 la vitamina E fu isolata dal germe di frumento, si trovò che
essa è una miscela di varie sostanze simili, che furono chiamate alfa-tocoferolo,
mega-tocoferolo. delta-tocogerolo e così via. Ciascuna di queste sostanze si può
presentare nella forma "d" o nella forma "l": tutte hanno un'attività biologica
ed un potere antiossidante, ma in quantità diverse. Le capsule di vitamina E
contengono spesso il "dl"-alfa tocoferil acetato puro, di cui 1 mg. equivale ad
1 UI. Possono però contenere un miscuglio di tocoferoli o dei loro esteri, in
quantità relative tali da dare l'effetto biologico ed antiossidante non si
equivalgono affatto da un tocoferolo all'altro, così che il numero delle UI
costituisce solo una misura approssimativa dell'attività di tale vitamina.
Wilfrid Shute raccomandò l'uso dell'alfa.tocoferolo (o alfa-tocoferil acetato)
per tenere sotto controllo i disturbi cardiaci; probabilmente, però, gli altri
tocoferoli, presi nella stessa dose (misurata in UI) hanno essenzialmente la
stessa efficacia.
Le attività dei diversi tocoferoli presenti nella vitamina E sono state
determinate attraverso ricerche effettuate sugli animali, riguardanti in
particolare la loro efficacia nel permettere una normale riproduzione nei ratti.
La vitamina E pura è un olio, praticamente insolubile in acqua ma solubile in
oli e grassi. La si trova in molti cibi /burro, oli vegetali, margarina, uova,
frutta e verdura). Nel 1956 si scoprì che pazienti di un ospedale che da
parecchi anni seguivano una dieta contenente solo 3 UI di vitamina E mostrarono
una maggiore fragilità dei globuli rossi, causata dell'ossidazione degli acidi
grassi unsaturi contenuti nella membrana cellulare. La vitamina E funge da
antiossidante e previene l'ossidazione o la annulla, ossidandosi essa stessa.
L'ACIDO ASCORBICO, anch'esso un antiossidante, può riportare la vitamina E al
suo stato originario.
Una dieta ricca di acidi grassi insaturi, sopratutto quelli polinsaturi, può
distruggere il rifornimento di vitamina E dell'organismo e causare lesioni
muscolari e cerebrali, come pure degenerazioni dei vasi sanguigni. Si deve stare
attenti a non includere nella dieta un quantità eccessiva di oli polinsauri
senza un corrispondente aumento di vitamina E.
Nel 1950 il Council on Pharmacy and Chemiastry (Consiglio di Farmacia e Chimica)
della Associazione Medica Americana ha pubblicato un rapporto sulla vitamina E,
in cui comparivano le seguenti dichiarazioni:
"Più di tre anni fa sono circolate voci su un nuovo ed interessante trattamento
dei pazienti affetti da disturbi circolatori. E' stato detto che esso era stato
scoperto da certi ricercatori di London, nel Canada. Si sosteneva che forti dosi
di vitamina E, o alfa-tocoferolo, potevano produrre una notevole ripresa in
pazienti affetti da una varietà di disturbi cardiovascolari che non avevano
tratto vantaggio da terapie più ortodosse... Il primo annuncio di una possibile
efficacia dell'alfa-tocoferil acetato nei casi di disturbi coronarici comparve
in una lettera firmata A.Vogelsang ed E. V. Shute, su "NATURE" (1946, 157:772)".
pagina 162/340 vitamina E anche per il diabete
Successivamente comparve una serie di articoli su Medical Record (Surgery,
Gynecology and Obstetric, 1948, 86:1) secondo cui rispondevano alla terapia con
la vitamina E le ulcere varicose, la trombofeblite, la cancrena precoce delle
estremità, la tromboangioie bliterante e la trombosi cerebrale. La segnalazione
più recente di una malattia che risponde bene alla vitamina E riguarda il
DIABETE, secondo quanto riferisce Vogelsang, dello Shute Institute (Medical
Record, 1948, 161:363; Journal of Clinical Endocrinology, 1944. 8:883).
[...] La stampa non specializzata ha già dedicato un considerevole spazio alle
pretese virtù della vitamina E [...] E' da deplorarsi che le speranze di coloro
che soffrono di disturbi cardiaci e di altre patologie cardiovascolari, così
come quelle degli innumerevoli diabetici, debbano essere falsamente suscitate da
un entusiasmo incontrollato"
Questo atteggiamento scettico e poco costruttivo è persistito invariato per
trentacinque anni. Nel 1977 la più
alta autorità statunitense in campo nutrizionale (legata però ai vecchi schemi),
e cioè il dottor Jean Mayer, presidente della Tufts University, ha affermato
"Data la varietà dei segni di carenza in diversi animali, si è provato a
somministrare enormi dosi di vitamina E in un gran numero di malattie umane,
dall'aborto ripetuto ai disturbi cardiaci ed alla distrofia muscolare. Gli
esperimenti non furono un successo. Pertanto i medici sono tornati sulla vecchia
posizione, secondo cui la vitamina E ci è necessaria, ma solo un quantità
moderate!. (Mayer, 1977). Mayer prodegue definendo una "moda" l'uso, che fui io
ad inaugurare, di grandi quantità di ACIDO ASCORBICO contro il comune
raffreddore, e suggerisce di non prenderne mai più della RGR, citando parecchie
delle argomentazioni ingannevoli esaminate nel capitolo 27.
Non si ha notizia di effetti collaterali negativi seguiti all'assunzione de dosi
elevate di vitamina E. Sotto questo aspetto, essa differisce dai vari farmaci,
come l'aspirina (per citarne uno dei meno pericolosi), che sono diffusamente
usati nel trattamento delle malattie per le quali Shute sostengono l'efficacia
della vitamina E.
Il fatto che la vitamina E sia priva di pericoli e che gli Shute ne affermino
l'efficacia nel trattamento delle malattie coronariche ed in parecchie altre
patologie avrebbe dovuto provocare un'approfondita indagine d parte delle
scettiche autorità sanitarie: si sarebbe dovuto accertare la verità attraverso
un gran numero di prove a doppio ceco, in cui i pazienti di un gruppo
ricevessero un placebo. Ma in realtà queste indagini non sono mai state fatte, a
trentanove anni di distanza dalle prima comunicazioni in proposito.
Qualcuno ha sostenuto che sarebbe stato compito degli stessi Shute effettuare
esperimenti a doppio cieco. Ma i principi dell'etica medica impedivano loro di
agire in tal modo. Gli Shute stessi si convinsero della grande efficacia della
vitamina E nel 1946. Un medico ha il dovere morale di dare ad ogni paziente quel
trattamento che, secondo lui, ha la massima probabilità di guarirlo.
Era pertanto dovere degli Shute continuare ad usare la vitamina E per tutti i
loro pazienti che presentavano quella malattia che, in base alla loro
esperienza, poteva trarre giovamento da tale terapia; pertanto sarebbe stato
immorale defraudare di questo trattamento vantaggioso metà dei loro pazienti.
Non sarebbe invece immorale per un medico convinto dell'inefficacia della
vitamina E svolgere una ricerca a doppio cieco in proposito. Non sono gli Shute,
ma piuttosto gli esponenti della medicina ufficiale che sono venuti meno al loro
dovere, non avendo svolto approfondite indagini sulla vitamina E, quando
esisteva una serie di dati che suggerivano che questa sostanza naturale, priva
di rischi ed atossica, aveva una qualche efficacia, forse addirittura una grande
efficacia, nel controllo di malattie così gravi e spesso letali.
Oltre a molte relazioni pubbliche in varie riviste mediche dal 1946 in poi, gli
Shute hanno descritto i loro metodi e risultati in due libri, "Vitamin E for
Ailing, and Healthy Hearts (Vitamina E per cuori sani e malati), di Wilfrid E.
Shute e Harold J. Taub (1969); e "The Heart and Vitamin E (Il cuore e la
vitamina E), di Eavn Shute e collaboratori (1956,1969). Le malattie discusse in
distinti capitoli di questi libri includono disturbi coronarici ed ischemia del
cuore e la concomitante angina, febbri reumatiche, disturbi cardiaci reumatici
acuti e cronici, ipertensione, disturbi cardiaci congeniti, malattie vascolari
periferiche, arteriosclerosi, ulcera indolore, DIABETE, disturbi renali e
ustioni.
Gli autori ritengono che la vitamina E, in dosi che vanno da 50 UI a 2500 UI al
giorno, si dimostri efficace nel trattamento di tutte queste patologie. La
vitamina E viene somministrata per via orale. Viene anche usata una pomata (al 3
per cento di vitamina E in gelatina di petrolio), per ustioni, ulcere ed altre
patologie dolorose.
Wilfrid Shute afferma anche di aver trattato, durante i ventidue anni precedenti
il 1969, trentamila pazienti cardiovascolari; ma sono stati pubblicati i dati
relativi ad alcune centinaia di tali pazienti. Nella maggior parte, i "casi di
controllo" erano costituiti dall'anamnesi degli stessi pazienti prima
dell'inizio del trattamento con la vitamina E. Per esempio, un paziente, un
anziano medico diabetico, presentava serie ulcerazioni e riduzione della
circolazione in una gamba, così gravi da indicare la necessita dell'amputazione.
La gamba venne amputata. Le ulcerazioni e la ridotta circolazione si
svilupparono nell'altra gamba.
In seguito egli venne a sapere degli Shute. Gli fu somministrata della vitamina
E. Dopo qualche mese l'altra gamba era guarita, e l'amputazione fu evitata.
Un altro paziente, che nel 1951 aveva cinquantotto anni,presentava un'occlusione
coronarica con infarto posteriore. Dopo due settimane di ospedale venne
rimandato a casa, ma non era più in grado di lavorare. Dopo sei mesi fu visitato
da Wilfrid Shute, che gli prescrisse 500 UI di vitamina E. Nel giro di dieci
settimane era liberato dai sintomi e aveva ripreso il lavoro; diciassette anni
dopo ebbe un attacco di fibrillazione atriale, che fu presto tenuta sotto
controllo con l'ossigeno; nel 1968, all'età di settantasei anni, era in buone
condizioni.
Ci sono dozzine di casi clinici simili a questi nei libri. Essi non
costituiscono una prova, ma non vi è alcun dubbio sul fatto che Wilfrid Shute ed
Evan Shute fossero convinti che la vitamina E sia la sostanza più importante del
mondo.
Confesso che io penso la stessa cosa della vitamina C.
Alcuni anni fa un articolo su "Consumer Reports" mi spinse a passare in rassegna
le ricerche pubblicate sulla Vitamina E e i disturbi cardiaci. "consumer Reports"
è una pubblicazione che si propone di "fornire ai consumatori informazioni e
consigli su beni e servizi, di dare informazioni su tutto ciò che ha a che fare
con il modo di spendere il reddito di una famiglia; essa si propone inoltre di
dar vita a sforzi individuali e di gruppo, volti a creare e mantenere degli
standard di vita decorosi". E' una pubblicazione che ha milioni di lettori. Per
molti prodotti il suo consiglio può essere valido, ma per quanto riguarda le
vitamine è completamente inaffidabile. La pubblicazione, senza aver verificato
di prima mano l'efficacia delle vitamine, si basa su qualche anonima autorità.
Nel numero del gennaio 1973, "Consumer Reports" pubblicava un articolo
intitolato "Vitamina e: che cosa c'è dietro a tutte quelle dichiarazioni a suo
favore?". L'autore dell'articolo elencava una quantità di malattie per le quali
era stata sostenuta l'efficacia della vitamina E (quelle citate da Wilfrid ed
Evans Shute, che già abbiamo riportato, ed in più acne, invecchiamento e altre
ancora), e concludeva affermando: "Non siamo stati in grado di trovare una
valida evidenza scientifica che provi che la vitamina E è di aiuto in alcuna
delle malattie del lungo elenco riportato a pagina 62".
Poi scriveva che l'unico uso terapeutico della vitamina E, accertato mediante
prove cliniche ben controllate, è il trattamento dell'anemia emolitica in alcuni
bambini prematuri, e alcuni medici la prescrivono come misura preventiva per
alcune malattie relativamente rare, in cui vi è un assorbimento di grassi.
L'articolo concludeva: "Atrimenti, l'uso della vitamina E come supplemento
dietetico o come medicamento per le comuni affezioni è, nella migliore delle
ipotesi uno spreco di soldi. Ma, cosa assai più grave, può indurre a rimandare
un trattamento medico più adeguato, a favore di un'autoterapia priva di
efficacia. E il costo di tutto ciò può essere inestimabile".
Viene detto che tali conclusioni si basano sulla pubblicazione di vari
esperimenti effettuati da medici. e l'articolo ne riporta la bibliografia. Ho
esaminato con attenzione ciascuna delle pubblicazioni indicate, ed ho trovato
che non giustificavano la conclusione a cui è giunto "Consuner Reports". La mia
conclusione è che l'autore di quell'articolo mancava della capacità di valutare
in modo appropriato i dati riferiti dalle pubblicazioni citate.
"Consumer Reports" aveva elencato varie ricerche su vitamina E e disturbi
coronarici effettuate intorno al 1949, dicendo che tutte avevano dato risultati
negativi e che contraddicevano quanto gli Shute avevano affermato. Io, invece,
arrivai a concludere che quelle ricerche erano tutte inattendibili perchè in
esse si adottavano quantità troppo piccole della vitamina, oppure venivano
adottate per un periodo troppo breve, o per qualche altra ragione ancora. Per
esempio, la ricerca che viene descritta come "orse la più complessa" è quella
svolta da Donegan, Messer, Orgain e Ruffin, della Duke University School of
Medicine (American Journal of the Medical Scienzces 217 [1949]:294). Essa
riguardava ventun pazienti con malattie cardiovascolari, che furono seguiti per
un tempo che andava dai 5 ai 20 mesi. A mesi alterni, ogni paziente riceveva
vitamina E (da 150 a 600 UI al giorno) o un placebo. I pazienti venivano visti
una volta al mese. Si constatò un'esigua differenza nelle loro condizioni dopo
un mese di vitamina E e dopo un mese di placebo:
Tuttavia è ben noto che occorre assumere la vitamina E per due o tre mesi perchè
essa cominci ad operare. Essa viene immagazzinata nei grassi, e l'esaurimento
della scorta dell'organismo avviene molto lentamente; pertanto, il sistema dei
mesi alterni non poteva permettere ai pazienti di modificare in modo
significativo la quantità di vitamina E immagazzinata. La ricerca, come le
altre, non costituisce affatto una confutazione delle affermazioni fatte dagli
Shute.
Il dottor Alton Ochsner, grande cardiologo morto nel 1981, ha pubblicato vari
articoli riguardanti il successo da lui ottenuto nel trattamento di coaguli
sanguigni (tromboembolie e tromboflebiti) con la vitamina E (Ochsner, DeBakey e
DeCamo, Jama 144 [1950]:831; Ochsner, New England Journal of Medicine 271 [1964,
1:4). Ochsner afferma: "A tutti i pazienti [chirurgici] in cui si può sviluppare
una flebotrombosi [un coagulo in una vena], per parecchi anni abbiamo prescritto
di ruotine 100 UI di alfa-tocoferolo (vitamina E), tre volte al giorno, finchè
il paziente era diventato ambulatoriale. [....] L'alfa-tocoferolo è un potente
inibitore della trombina [fattore di coagulazione del sangue] che non produce
tendenza all'emorragia [mentre un anticoagulante tende a produrla] e perciò
costituisce una profilassi sicura contro la trombosi venosa".
Un'altra testimonianza venne ignorata da "Consumer Reports". Si tratta del
lavoro del dottor Knut Haeger del reparto chirurgia dell'Ospedale Malmo, in
Svezia, che descriveva le sue osservazioni su 227 pazienti con occlusione
periferica a carico delle arterie (1968). Di questi pazienti, 104 (età media
60,0 anni) ricevettero da 300 a 600 UI di vitamina E al giorno, senza alcun
altro trattamento, a 123 (età media 59.4 anni) ricevettero o vasodilatatori,
antiprotrombina o complessi poli vitaminici.
Non vi era state differenze significative tra i gruppi di pazienti che avevano
ricevuto i tre ultimi trattamenti. Dopo un periodo di osservazione compreso tra
i due ed i sette anni, si riscontrarono varie differenze tra i pazienti che
avevano preso la vitamina E e quelli che non l'avevano presa. Durante la ricerca
morirono 9 dei pazienti trattati con vitamina E e 19 pazienti dell'altro gruppo
(8.7 per cento contro 15.4 per cento). A uno dei 95 pazienti sopravissuti del
gruppo trattato con la vitamina E ed a 11 dei 104 pazienti sopravissuti
dell'altro gruppo si dovette amputare una gamba (1.05 per cento contro 10.58 per
cento; dati statisticamente significativi a livello del 99 per cento di
attendibilità). I pazienti affetti da disturbi occlusivi periferici soffrono,
dopo aver camminato per breve tempo, di acuti dolori ai polpacci, a causa di un
insufficiente rifornimento di ossigeno ai muscoli. Dei pazienti trattati con
vitamina E, il 75 per cento aumentò del 50 per cento il percorso che riusciva a
coprire camminando senza che insorgessero tali dolori, contro il solo 4 per
cento degli altri pazienti. La sensazione soggettiva di miglioramento fu
nettamente maggiore nei pazienti del gruppo trattato con vitamina E che negli
altri.
Numerose altre ricerche hanno dato risultati analoghi. Boyd e Marks (1963)
riferiscono di 1476 pazienti con arteriosclerosi generale che erano stati
trattati con vitamina E per dieci anni.
Questi autori hanno trovato che il tasso di sopravvivenza di dieci anni era
superiore in questi pazienti a quello riscontrato in qualsiasi ricerca analoga
su pazienti che non avevano ricevuto vitamina F.
La mia conclusione, in base ai dati che ho riassunto sopra ed a ulteriori
pubblicazioni della letteratura medica elaborate da altri autorevoli medici
oltre agli Shute, è che non vi è dubbio che la vitamina E abbia una grande
efficacia nel controllo delle malattie vascolari periferiche, che spesso si
manifestano in concomitanza, di disturbi cardiaci e del diabete, e anche nel
prevenire e trattare i coaguli (tromboembolie e tromboflebiti). In più, credo
che vi siano seri argomenti a conferma della tesi degli Shute sull'efficacia
della vitamina E per prevenire e controllare le malattie coronariche e altri
disturbi.
Haenger ha osservato che gli acuti dolori ai polpacci avvertiti dai pazienti con
disturbi occlusivi arteriosi periferici dopo aver camminato per un certo tratto
sono analoghi agli acuti dolori al cuore (angina) dei pazienti coronarici. In
entrambi i casi il dolore deriva da una carenza di ossigeno: il lavoro muscolare
provoca un esaurimento dell'ossigeno prima che l'organismo riesca a rifornire la
gamba o il cuore attraverso le arterie ostruite. Non vi è dubbio che il dolore
muscolare viene ridotto dalla vitamina E (così come sono i crampi muscolari
sperimentati da alcuni soggetti); è pertanto ragionevole che anche il paziente
cardiaco trovi sollievo alla sua angina mediante la vitamina E, così come
sostengono Wilfrid ed Evans Shute nei loro libri.
Già da cinquant'anni è noto che un basso apporto di vitamina E provoca la
distrofia muscolare, un disturbo dei muscoli scheletrici caratterizzato da una
debolezza simile a quella causata da una carenza di vitamina C (le ricerche su
vitamina E e distrofia muscolare sono state discusse da Pappenheimer, 1948). Le
difficoltà nel camminare sperimentate dai pazienti affetti da disturbi occlusivi
periferici a carico delle arterie possono dipendere in parte da una bassa
concentrazione di vitamina E nel muscoli, e in parte da un diminuito
rifornimento di ossigeno. Il danno ai muscoli in caso di carenza di vitamina E
può dipendere dall'ossidazione di lipidi insaturi, protetti dalla vitamina E
(antiossidante e liposolubile) quando essa è presente in concentrazioni
sufficienti.
Si conoscono vari tipi di distrofie muscolari ereditarie. In genere, la loro
natura non è del tutto nota. e non esiste per esse l'indicazione di una terapia
specifica. La miastenia grave viene trattata con inibitori della colinesterasi,
dei corticosteroidi, e con rimozione chirurgica del timo.
Le autorità mediche non parlano della possibile efficacia delle vitamine per
tenere sotto controllo le distrofie muscolari. I dati disponibili oggi sul modo
in cui le vitamine E, C e B6, non chè altre vitamine, sono implicate nel
funzionamento muscolare, suggeriscono che un apporto ottimale di questi
nutritivi può essere efficacia per i pazienti. Per quanto ne so io, non sono
stati pubblicati studi approfonditi sulla somministrazione di dosi maggiori di
vitamine a pazienti affetti da distrofia muscolare ereditaria.
La vitamina E, che è antiossidante e liposolubile, e la vitamina C, anch'essa
antiossidante ma idrosolubile, collaborano nel proteggere i vasi sanguigni e
altri tessuti dai danni provocati dall'ossidazione. Esse rallentano il processo
di deterioramento che avviene nell'organismo con il passare del tempo e aiutano
a prevenire le malattie cardiovascolari. Sono efficaci anche come coadiuvanti
delle terapie convenzionali.
In questo libro mi occupo quasi esclusivamente delle vitamine e di altre
sostanze ortomolecolari, e solo occasionalmente cito qualche farmaco.
http://digilander.libero.it/genfraglo/Immagini/originalelp.pdf
Chiedo scusa se mi permetto, ma vorrei correggere gli errori
dell'articolo in oggetto che ci racconta della vitamina E, che riportando
informazioni DOCUMENTATE queste informazioni vorrei correggerle.
Prima di tutto dobbiamo stabilire che la vitamina E è uno degli "ALIMENTI
ESSENZIALI" i quali formano quel liquido seminale maschile, nel quale ogni individuo animale è stato GENERATO, e che
inoltre circolano nel
loro sangue in quanto scritti nel loro DNA.
Stabilito questo dobbiamo sapere, quindi fissare anche che questi stessi "ALIMENTI ESSENZIALI" fanno anche
parte di ogni individuo VEGETALE, in quanto nel loro GERME nel quale inizia la
loro vita, quindi ne fà parte anche questa vitamina E.
Lo dimostra il fatto che l'uomo si fornisce di questi "ALIMENTI ESSENZIALI", proprio ingoiando questi
VEGETALI come CIBO NATURALE, ma un'altra fonte degli "ALIMENTI ESSENZIALI" può
essere la CARNE, anch'essa CIBO NATURALE.
Il primo degli "ALIMENTI ESSENZIALI" forniti dai VEGETALI è l'ACIDO ASCORBICO,
ma anche questa importante vitamina E.
"Il Tocoferolo è il componente principale della Vitamina E, più
semplicemente conosciuto soltanto come Vitamina E.
Il Tocoferolo è un nutriente vitaminico essenziale per l'uomo,
Che cos’è esattamente?
Il Tocoferolo è presente in natura in ben otto distinte forme, la più importante
delle quali è l'alfa-tocoferolo, perché è l’unica utilizzata dal corpo umano, fa
parte del gruppo delle vitamine liposolubili. (insieme alle vitamine A, D e K),
(alfa, beta, gamma e delta-tocoferolo e alfa, beta, gamma e delta-tocotrienoli).
Per cosa è utile il Tocoferolo?
Il Tocoferolo è un potente antiossidante in grado di aiutare le cellule
dell’organismo umano a proteggersi dall'azione dei radicali liberi e dunque
dall'invecchiamento precoce.
In particolare, il Tocoferolo protegge la vitamina A dall’ossidazione, rinforza
le difese immunitarie, migliora l’ossigenazione, contribuisce a proteggere da
vari tipi di tumore, mantiene sani i nervi, rende elastica la pelle, aiuta la
vista, migliora la circolazione sanguigna, fluidifica il sangue, combatte acne
ed eczemi, protegge dall’inquinamento atmosferico, protegge dai raggi UV.
http://acidoascorbico.altervista.org/prova04/Immagini/vitaminaetocoferolo.htm
La scoperta da uno studio cinese che ha coinvolto oltre 130 mila persone:
maggiori sono le quantità assunte di questo antiossidante naturale, minori sono
le possibilità di sviluppare la patologia. Gli esperti ricordano: “Basta una
dieta equilibrata, che aiuta a prevenire anche altri disturbi”.
23 LUG - Il segreto per aiutare a prevenire l’insorgenza del tumore al fegato
potrebbe essere semplice: consumare più vitamina E, che la si assuma con la
dieta o con integratori. A dirlo uno studio della Shanghai Jiaotong University
School of Medicine e dello Shangai Cancer Institute, pubblicato sulla rivista
Journal of the National Cancer Institute.
La vitamina E è una antiossidante naturale, un nutriente liposolubile che
secondo molti studi sperimentali sarebbe capace di prevenire il danneggiamento
del Dna. Ma la sostanza potrebbe nello specifico essere utile per prevenire il
cancro al fegato, secondo uno studio che ha arruolato un campione di 132.837
persone tra il 1997 e il 2006, di cui 267 (118 donne e 149 uomini) hanno
ricevuto diagnosi di tumore.
Per comprendere la relazione tra l’assunzione di vitamina E e il rischio di
avere la malattia, gli scienziati hanno predisposto interviste singole e
questionari, nei quali ai partecipanti era chiesto di riportare le proprie
abitudini alimentari. Ad esempio, veniva loro chiesto di dichiarare quanto
spesso consumavano alcuni dei cibi più comuni di Shangai, o se assumevano
qualche tipo di integratore vitaminico.
Attraverso il confronto con i dati relativi a quali pazienti avessero sviluppato
il tumore al fegato, gli scienziati hanno così scoperto come l’alto consumo di
vitamina E abbassasse il rischio, sia tra i pazienti che presentavano
familiarità o che avevano avuto una storia precedente di malattie epatiche, sia
tra quelli che non ne avevano.
“Dai dati emerge chiaramente una relazione tra il consumo di questo
antiossidante e la probabilità di incorrere in un tumore, e questa relazione
risulta essere anche dose-dipendente”, ha commentato Wei Zhang, medico allo
Shangai Cancer Institute. “Al contrario, abbiamo osservato che i pazienti con
familiarità che assumevano molta vitamina C da integratori alimentari, avevano
più possibilità di sviluppare la patologia, ma lo stesso non accadeva ai
pazienti che la assumevano in quantità corretta dall’alimentazione”.
“Il messaggio che filtra da questi dati è chiaro”, ha concluso Xiao Ou Shu,
co-autore dello studio. “L’idea è che una corretta alimentazione protegge
sicuramente dall’insorgenza di molte patologie, ma che la vitamina E in
particolare debba essere assunta in grandi quantità poiché fa bene – tra le
altre cose – per prevenire il cancro al fegato”.
Gli alimenti maggiormente ricchi di vitamina E sono i semi (e dunque gli oli da
loro derivati), i cereali, gli ortaggi, la frutta fresca e quella secca. In
tutti questi alimenti il contenuto viene però ridotto dalla cottura.
Se l'italiano è la tua lingua leggi sotto.
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