Cancro al fegato. Mangiare cibi ricchi di vitamina E riduce il rischio

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Per la definizione degli "ALIMENTI ESSENZIALI"
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Tutto sul MAGNESIO
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Tutto sulla vitamina D
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Questo post lo voglio dedicare alla vitamina E, l'"ALIMENTO ESSENZIALE" AUTOPRODOTTO dai vegetali, quindi più importante per la loro continuazione della specie:
I SEMI
Mentre per gli animali l'"ALIMENTO ESSENZIALE" più importante è l'AUTOPRODOTTO ACIDO ASCORBICO, in quanto questo è solubile SOLO nell'acqua, nei SEMI questo non è possibile..
Non per nulla gli animali sono fatti dal 70 al 90% di acqua, quindi ecco che l'ACIDO ASCORBICO idrosolubile, appena AUTOPRODOTTO è in grado di raggiungere senza problemi ogni cellula in pochissimi secondi facendo le sue funzioni a cui è preposto senza alcun problema.
La prima sua funzione è quella di ANTIOSSIDANTE e CONSERVANTE.
Lo conferma il fatto che egli, denominato E300 è usato dalle industrie come CONSERVANTE in parecchi cibi, primo fra tutti la birra, seguita dal vino e via via molti altri prodotti conservati.
La pagina del libro dedicata allo SCIENZIATO chimico Irwin Stone, studiato anche nelle scuole di chimica, in memoria si scrive:
"1 Dott. Irwin Stone: un tributo
1.1.1 Dott. Allan Cott
160 E. 38th Street,
New York, N.Y. 10016.
Questo tributo fu espresso dal dott. Cott al simposio dell’Accademia della Psichiatria
Ortomolecolare appena dopo la morte del dott. Stone.
Il dott. Irwin Stone, biochimico ed ingegnere chimico, nato nel 1907, fu istruito nelle scuole pubbliche di New York City ed al College della Città di New York. Egli considerava parte della sua “istruzione” il suo impiego dal 1924 al 1934 ai “Pease
Laboratories”, allora un Laboratorio di consulenza biologica e chimica ben conosciuto, dapprima da assistente batteriologico, quindi assistente del Chimico Capo e quindi terminando nel ruolo di Chimico Capo.
Nel 1934 gli fu offerta la opportunità di mettere su e dirigere un Laboratorio di Ricerca sugli Enzimi e la Fermentazione per la Wallerstein Company, un gran produttore di Enzimi Industriali. Nel 1934 inventò il processo di utilizzazione delle proprietà antiossidanti di una sostanza scoperta di recente, l’ACIDO ASCORBICO, che era stato descritto da Albert Szent-Györgyi solo due anni prima, nel 1932. Impiegò l’ACIDO ASCORBICO per stabilizzare il cibo contro gli effetti indesiderabili e deterioranti dovuti alla esposizione all’aria ed alla ossidazione. Nel 1935 furono presentate le domande per tre brevetti che furono concessi nel 1939 e nel 1940. Così il dott. Stone ottenne i primi brevetti su una applicazione industriale dell’ACIDO ASCORBICO, mentre Albert Szent-Györgyi ricevette il premio Nobel per la Medicina nel 1937.
La ricerca del dott. Stone sull’ACIDO ASCORBICO continuò e lo condusse al suo interesse sulla malattia, lo scorbuto. Trovò parecchi errori nei risultati pubblicati sulle ricerche dei nutrizionisti, che avevano dominato questo campo fin dal 1912.
Negli ultimi anni ’50 la ricerca del dott. Stone sulla genetica della scorbuto era progredita al punto che si poteva dire che lo scorbuto non era un disturbo dietetico, ma era un problema potenzialmente fatale di Genetica Medica. L’ACIDO ASCORBICO,
così, non si comportava come la vitamina C in tracce, ma era un metabolita del fegato, responsivo allo stress, prodotto internamente in grandi quantità giornaliere nei fegati della maggior parte dei mammiferi, ma non negli umani.
Tra il 1965 ed il 1967 produsse quattro articoli che descrivevano un difetto umano, presente dalla nascita nel 100% della popolazione, e dovuto ad un gene difettoso nell’insieme dei geni umani: la malattia genetica del fegato, potenzialmente fatale, che egli chiamò “Ipoascorbemia”, causa dello scorbuto. Ebbe difficoltà nella pubblicazione del suo lavoro sulla “Ipoascorbemia” perché le sue idee erano tanto avanzate e del tutto contrarie alle teorie esistenti sulla eziologia dello scorbuto.
Le difficoltà di pubblicazione erano talmente grandi che ulteriori pubblicazioni dovettero attendere il suo pensionamento dalla Wallerstein, nel dicembre del 1971, così che si poté dedicare a tempo pieno e con scarse finanze al proseguimento di questo lavoro. Dal suo “pensionamento” fino ad ora, ha pubblicato circa altri 50 ulteriori articoli medici e nel 1972 un libro, Il fattore che cura. Nella sua carriera professionale, dal 1924 al 1984, ha pubblicato oltre 120 articoli scientifici e gli sono stati concessi 26 brevetti negli USA ed un numero innumerevole di brevetti all’estero.
Il lavoro del dott. Stone ha stabilito la base razionale per la Profilassi Megascorbica e la Terapia Megascorbica come nuove modalità mediche nella Medicina Preventiva e Terapia Ortomolecolare. Il suo lavoro dette una spiegazione ai sorprendenti successi clinici del dott. Frederick R. Klenner che era solito riportare i suoi pioneristici casi fin dalla epidemia di polio del 1947, riassunta in un classico articolo del 1974.
Fornì anche la base razionale alle migliaia di conferme in casi di gravi malattie virali trattati con successo e gestiti dal dott. Robert F. Cathcart III negli anni ’70 ed ’80.
Negli anni ’60, quando il lavoro di Stone fu portato all’attenzione del premio Nobel Linus Pauling, questi divenne un ardente ricercatore nella terapia megascorbica, che descrisse nei suoi libri sul raffreddore comune e sul cancro, e portò alla fondazione
dell’Istituto per la Scienza e la Medicina.
Secondo l’opinione dei dottori Stone, Klenner e Cathcart, la tecnologia medica della terapia megascorbica delle infezioni virali gravi è avanzata al punto che ogni infezione virale può essere rapidamente ed efficacemente eliminata ed abbiamo ora alla nostra portata i mezzi per spazzare via la minaccia delle malattie virali. Il dott. Stone crede che se le stesse dosi megascorbiche usate per il trattamento delle malattie virali fossero applicate alla terapia per il cancro, si otterrebbero gli stessi successi, specialmente nel caso della riabilitazione e nel fornire nuove speranze di vita e salute nel cancro terminale. Tutti questi sono conseguimenti della nuova e robusta sottospecie umana del dott. Stone, Homo Sapiens Ascorbicus.
Dott. Stone, la ricerca da lei fatta sulla nutrizione e sulla medicina preventiva, specialmente riguardo le malattie virali, il cancro, le malattie degenerative e l’invecchiamento, è della più grande importanza.
I risultati della sua ricerca contribuiscono alla salute di tutti noi qui oggi e di tutta l’umanità.
Il fine del suo lavoro di ridurre la umana sofferenza e di aumentare il valore della vita è stato raggiunto.
La sua emozionante e promettente ricerca sull’invecchiamento e sulle malattie degenerative fornisce la speranza di sperimentare un tempo di vita doppio ai tanti individui che invecchiano e che sono ancora in una condizione ottima di vitalità.
Attraverso il suo lavoro che si è esteso per sei decenni di ricerca e che hanno portato a scoperte che vanno dalla relativa semplicità della nutrizione alle complessità dell’ingegneria molecolare, lei ha fornito a noi ed al mondo il dono di grandi
miglioramenti non solo nella quantità, ma nella qualità delle nostre vite.
Con gratitudine per il suo lavoro pioneristico e con il più profondo apprezzamento ed ammirazione, noi le diamo questo premio. E’ un mio onore l’offriglielo -è con afflizione e tristezza che viene offerto postumo.
From Orthomolecular Psychiatry, 1984, Volume ??, Number ?, p. 150
[Nota: a causa di un errore di riproduzione dell’originale, il volume della rivista (è
probabilmente il volume 13, comunque) ed il numero di questo articolo sono al
momento sconosciuti- AscorbateWeb ed.]

http://digilander.libero.it/genfranco/Immagini/irwinstonetributo.pdf

Ed ancora:
1 In Memoriam
1.1 Irwin Stone
1907 - 1984
Irwin Stone, un vero grande pioniere nel campo della ricerca sulla vitamina C, è morto il 4 marzo 1984, all’età di 77 anni. Irwin si trovava a Los Angeles per ricevere un premio dall’Accademia per la Psichiatria Ortomolecolare e dalla Società Medica Ortomolecolare. Stava anche per ricevere un premio a sorpresa dall’Istituto Linus Pauling per la Scienza e la Medicina. La morte è stata accidentale, causata dal soffocamento dovuto al cibo rigurgitato. Come risultato dell’incidente d’auto quasi
mortale del 1960, in cui si procurò gravi ferite alla gola, Irwin soffriva di un esofago ristretto, che lo esponeva ad un permanente rischio di soffocamento da cibo.
Irwin Stone cominciò gli studi sulla vitamina C, a cui si riferiva come ascorbato, nel 1932, come chimico della Wallerstein Company di New York. Era interessato alle proprietà antiossidanti dell’ACIDO ASCORBICO, allora appena scoperto, come mezzo per proteggere il cibo dal deterioramento. Continuò gli studi sulla vitamina C nei successivi 50 anni, fornendo così un immenso contributo al benessere del genere umano.
Stone fece domanda per tre brevetti sull’uso industriale della vitamina C, nel 1935, storicamente per primo. Albert Szent-Györgyi ricevette il Premio Nobel in medicina per il suo lavoro sulla vitamina C solo due anni dopo, nel 1937. Stone ottenne un
totale di 26 brevetti per il suo lavoro sulla vitamina C come pure in altri campi.
Negli anni 50 divenne chiaro per Stone che gli esseri umani avrebbero tratto beneficio dalla ingestione di ascorbati in quantità molto più grandi di quelle che venivano considerate adeguate dagli establishment medico e della nutrizione. Dopo essere andato in pensione dal suo impiego ed essersi trasferito a San José nel 1971, dedicò il resto della sua vita allo studio ed alla diffusione della necessità per gli esseri umani dell’assunzione giornaliera di molti grammi di vitamina C. Il suo libro del 1972 “Il Fattore che Cura” è considerato un classico.
Nell’aprile del 1966 Irwin Stone incontrò Linus Pauling, il quale trovò ch’egli era straordinariamente ben informato e convincente. Pauling attribuisce al suo incontro con Stone il punto di partenza del suo stesso interesse per la vitamina C.
Irwin Stone ricevette parecchi premi ed onoreficenze durante la sua vita, incluso due lauree ad honorem. E’ stato autore di oltre 120 articoli scientifici di cui almeno 50 sulla vitamina C.
Irwin lascia Barbara, sua moglie per oltre 50 anni, ed il figlio Steven, avvocato nel campo dei brevetti. La sua memoria sarà onorata e conservata da tutti noi che abbiamo avuto la grande fortuna di conoscerlo.
Dott. Bernard Rimland
http://digilander.libero.it/genfranco/Immagini/irwinstoneinmemoria.pdf

Mentre >Madre >Natura  e la EVOLUZIONE nei SEMI di TUTTI i vegetali al mondo, dato che questi non contengono acqua ma OLIO, che se così non fosse non avrebbero la possibilità di vivere, ecco che loro hanno pensato bene di scegliere un "ALIMENTO ESSENZIALE" che fosse liposolubile, cioè che si sciogliesse nell'OLIO che circola incessantemente in loro, dando modo a questo "ALIMENTO ESSENZIALE" di espletare le sue funzioni di ANTIOSSIDANTE e CONSERVANTE sostituendo così le funzioni dell'ACIDO ASCORBICO, l'unico "ALIMENTO ESSENZIALE" grande assente in questi semi, data la mancanza di acqua.
Questo "ALIMENTO ESSENZIALE" scelto è la;
vitamina D.
Difatti nel SEME, la vitamina D la troviamo prima di tutto nel GERME, dal quale ha inizio la vita vegetale, come lo è nello SPERMA per l'inizio della vita animale, e poi come ANTIOSSIDANTE e CONSERVANTE, circolante nell'olio contenuto in ogni seme. 
Difatti se si spremono i SEMI si ottiene da loro un olio con nomi diversi, ma pur sempre solo olio.
A conferma la pagina recita:

"Dell'articolo sotto, devo fare presente che:
"Il germe di grano contiene agenti fitoattivi, calcio, potassio, fosforo, zolfo, zinco, rame, ferro, magnesio, manganese, molibdeno, selenio, silicio, lecitina, vitamina del complesso B, vitamine A e D, inoltre contiene anche una grande quantità di vitamina E. Quest’ultima rallenta in modo naturale lo sviluppo delle malattie degenerative causate dall’inquinamento dell’aria, inoltre rinforza il sistema immunitario. La vitamina E ha un ruolo importante anche nel trattamento del cancro: Impedisce la riproduzione delle cellule cancerose, previene il danneggiamento del DNA, si utilizza con molta efficacia contro il cancro della prostata. Aiuta a prevenire il morbo di Alzheimer, le malattie del cuore, dei polmoni e del sistema circolatorio. Un altro principio attivo importante del germe di grano è l’OCTACOSANOLO, che è un alcool saturo composto da 28 atomi di carbonio. Per il fatto che il germe di grano contribuisce al miglioramento della nostra lucidità mentale e resistenza fisica, è particolarmente raccomandato a sportivi e studenti. L’OCTACOSANOLO rinforza la capacità riproduttiva degli uomini, rilassa la muscolatura spesso contratta a causa dello stress, ravviva gli organi dei sensi ed accelera i riflessi. Il germe di grano con i suoi principi attivi diminuisce il livello del colesterolo nel sangue e mantiene in equilibrio il funzionamento dell’organismo."
quindi ritengo che questo sia il LIQUIDO SEMINALI del grano dove è contenuto il DNA della pianta.
MA NON CONTIENE ACIDO ASCORBICO, al contrario di quello animale che ne è la base."

http://acidoascorbico.altervista.org/prova03/Immagini/germegranosperma.htm

Quindi, come detto dall'articolo:
"Il germe di grano contiene agenti fitoattivi, calcio, potassio, fosforo, zolfo, zinco, rame, ferro, magnesio, manganese, molibdeno, selenio, silicio, lecitina, vitamina del complesso B, vitamine A e D, inoltre contiene anche una grande quantità di vitamina E. Quest’ultima rallenta in modo naturale lo sviluppo delle malattie degenerative causate dall’inquinamento dell’aria, inoltre rinforza il sistema immunitario. La vitamina E ha un ruolo importante anche nel trattamento del cancro: Impedisce la riproduzione delle cellule cancerose, previene il danneggiamento del DNA, si utilizza con molta efficacia contro il cancro della prostata. Aiuta a prevenire il morbo di Alzheimer, le malattie del cuore, dei polmoni e del sistema circolatorio."
questa vitamina E, abituata a circolare nei SEMI, negli animali è preposta appunto all'apparato circolatorio per ogni individuo di ogni specie animale."
Questo articolo conferma quanto riporta l'articolo in oggetto:
"La scoperta da uno studio cinese che ha coinvolto oltre 130 mila persone: maggiori sono le quantità assunte di questo antiossidante naturale, minori sono le possibilità di sviluppare la patologia. Gli esperti ricordano: “Basta una dieta equilibrata, che aiuta a prevenire anche altri disturbi”.
23 LUG - Il segreto per aiutare a prevenire l’insorgenza del tumore al fegato potrebbe essere semplice: consumare più vitamina E, che la si assuma con la dieta o con integratori. A dirlo uno studio della Shanghai Jiaotong University School of Medicine e dello Shangai Cancer Institute, pubblicato sulla rivista Journal of the National Cancer Institute."

La AUTOPRODUZIONE di ACIDO ASCORBICO ha inizio appena le prime cellule iniziano la vita: Lo spiega bene Irtwin Stone sul suo libro:
pagina 1/10------sostanza fondamentale
L'ACIDO ASCORBICO è una sostanza ubiquitaria fondamentale nel processo vitale. Tutti gli organismi viventi o la producono o la prendono dal nutrimento oppure periscono. I sistemi enzimatici per la produzione dell'ACIDO ASCORBICO sono di antica origine e si sono formati molto presto nello sviluppo del processo vitale su questo pianeta, probabilmente mentre le forme più altamente sviluppate erano ancora forme primitive unicellulari.
pagina 1/10------solo embrione ma produce molto ACIDO ASCORBICO
L'evidenza della embriologia sia delle piante che degli animali corrobora questo punto di vista dal momento che il seme dormiente della pianta e l'uovo dell'animale sono privi di ACIDO ASCORBICO. C'è una produzione immediata di ACIDO ASCORBICO nel seme che germina o nell'uovo in sviluppo, perfino quando l'embrione non è niente più che un grumo di alcune cellule.
pagina 1/10------alta produzione sia in piante che animali
Anche la sua diffusa presenza in tutti gli odierni organismi pluricellulari, sia piante che animali, lo testimonia. Possiamo anche dedurre che la produzione di ACIDO ASCORBICO era ben sviluppata prima che gli organismi viventi divergessero nelle forme di piante e di animali.
http://digilander.libero.it/genfranco/Immagini/irwinstorianaturale.pdf

Una esperienza personale fatta con Franca e tre amici.
Mi dispiace deludere qualcuno, ma il COLESTEROLO NON ESISTE. Mi permetto di dire questo in quanto senza COLESTEROLO NON ESISTE LA VITA, persino nei vegetali. Su questo la ricerca scientifica ha molto poco da fare, in quanto TUTTO QUANTO CI DICONO E' FALSO.
Quello che NON ci dicono è che il nostro COLESTEROLO è prodotto per MINIMO l'80% dal nostro FEGATO e che per farlo impiega delle ENERGIE di cui il nostro corpo DEVE AVERE a disposizione per produrlo.
Bisogna sapere che ogni animale, per LA SUA VITA DEVE produrre GIORNALMENTE 4 "ALIMENTI ESSENZIALI" che per produrli ha bisogno di ENERGIE.
Il primo, il più importante, cui l'Homo Sapiens ha perso la facoltà di AUTO PRODURSELO per il 100%, mentre per il resto degli animali è un METABOLITA prodotto al bisogno, senza limiti nè di quantità, nè di tempo, si chiama ACIDO ASCORBICO.
La seconda produzione AUTONOMA e quella del COLESTEROLO, ma per risparmiare ENERGIE Madre Natura NON ne fà produrre la totalità come fà con l'ACIDO ASCORBICO, ma lascia che il corpo ne recuperi una parte dai CIBI, risparmiando quelle ENERGIE che sono molto importanti per la eventuale difesa dai nemici o per l'impiego del recupero del cibo. Per l'alimentazione, vedi per esempio il leone.
La terza produzione AUTONOMA che ritengo altrettanto importante della seconda è quella della vitamina D, da produrre per il 100%.
Per questa vitamina D, Madre Natura ha impostato la produzione usufruendo dei raggi UV del SOLE ed approfittando del COLESTEROLO già AUTO PRODOTTO risparmiando così ENERGIE già impiegate per questa produzione e quella dell'ACIDO ASCORBICO (questa purtroppo non è più per l'Homo Sapiens).
Questo è fatto per il RISPARMIO ENERGETICO, lasciando all'individuo quelle ENERGIE RISPARMIATE per la difesa o l'alimentazione, come già detto. 
Sappiamo tutti che i bambini che crescono senza il sole CRESCONO RACHITICI, ma la causa VERA è la CARENZA DI vitamina D.
La quarta produzione INDISPENSABILE E BASILARE per la vita dell'individuo è il COLLAGENE.
Già la parola stessa determina la sua "ESSENZIALITA", oltre che trovarsi anche nel liquido seminale maschile di tutti i maschi del mondo chiamato SPERMA, le due parola "COLLA" e "GENE" pare che abbiano un significato molto particolare.
Difatti senza questo COLLAGENE tutto ciò che fà parte di noi sarebbe NULLA a cominciare dalla pelle, alla carne e via via organo per organo di cui anche la CARTILAGINE che è UN TIPO DI COLLAGENE.
http://acidoascorbico.altervista.org/prova1/Immagini/rispamioenergetico.htm

Dell'articolo in oggetto riporto e sottolineo con grande dispiacere la parte che recita:
"Duro colpo per la vitamina C, ma anche per sua "sorella", la vitamina E. La rivista "The Atlantic" ha pubblicato un articolo di un pediatra americano specializzato in malattie infettive, Paul Offit, che giudica inutile o addirittura dannosa l'assunzione di vitamine diverse da quelle naturalmente presenti negli alimenti."

Come detto, lo riporto con dispiacere, poichè questo articolo dichiara senza ombra di dubbia LA INCOMPETENZA E LA DISINFORMAZIONE di cui vivono questa CLASSE MEDICA di cui il dottor Paul Offit che posso ritenere sia un rappresentante.
IN CHE MANI SIAMO MAI FINITI SE, COME DICHIARANO, hanno fatto molti studi sul corpo umano!!!
Ma quali studi?

http://acidoascorbico.altervista.org/prova2/Immagini/vitaminedannose.htm

"NESSUNO FA MAI NULLA PER NULLA"
Questo è un vecchio proverbio, ma sopratutto un detto che ritengo sia molto adatto alle persone nei momenti attuali.
Dico attuali, poichè le persone che hanno vissuto fino a 60-100 anni fà non le si poteva attribuire questo detto.
Come poteva essere se le persone conoscevano solo le persone che gli vivevano attorno?
Il sottoscritto, nato nel 1940, fino agli anni 1950 ho vissuto solo di racconti che vi fossero paesi vicini.
Come me, sono certo, molta popolazione italiana, ma tutto il mondo è paese. 
Piano piano però le cose sono cambiate, ed anch'io non faccio più nulla per nulla. Ho uno scopo ben preciso:
"Quello di vendicarmi del SISTEMA che mi ha reso sterile con i vaccini" negli anni 60.
Questo fatto mi ha condizionato la vita, poichè anch'io come ognuno di noi, sono venuto al mondo per la continuazione della nostra specie.
La pagina recita:
""Non vi sono parole per descrivere quello che è scritto nel video, lascio l'interpretazione al lettore.
Da allora, il governo britannico è stato costretto a sospendere i vaccini relativi all'H1 N1 per i bambini al di sotto dei 5 anni, ammettendo che il vaccino avesse determinato una crescita di dieci volte di fenomeni quali violente convulsioni nei bambini.
...ed ancora....
Il governo della Finlandia si è esposto pubblicamente, ed ed ha affermato come quest'ultimo stia causando ogni genere di disordini neurologici, quali la stessa narcolessia.
...Altro pezzo importante.....
Signore e signori, noi abbiamo a disposizione i documenti delle Nazioni Unite, i documenti delle Fondazione Rochkefeller, risalenti agli anni '60, '70, '80 e '90, fino ai giorni nostri, ed è possibile leggere e rendersi conto di come ammettono di aver sviluppato vaccini per l'influenza o il tetano, all'interno dei quali hanno inserito elementi chimici ed ormoni per ridurre la vostra fertilità, o per sterilizzarvi.
...ed ancora....
Inviate tutti gli articoli mainstream che saranno sistemati in basso rispetto a questo video, in cui si parla di come governi tra i più importanti del pianeta siano stati costretti a sospendere le vaccinazioni perchè queste ultime stavano determinando un'incredibile devastazione, e avvertite tutti che i vaccini contro la influenza stagionale realizzati quest'anno conterranno anche il vaccino contro l'H1 N1, oltre naturalmente a tutti gli "extra" che loro inseriranno.
Avvertite tutti quelli che conoscete. Questa è una questione straordinariamente seria.
L'industria farmaceutica Bayer ha ammesso in tribunale di aver consapevolmente distribuito per oltre un decennio.
Lo hanno fatto a sangue freddo, si tratta di un elemento che è parte di un più ampio programma eugenetico.
I crimini delle grandi compagnie farmaceutiche sono "legioni", e (tali compagnie) dovrebbero essre messe sotto accusa, dovrebbero essere portate di fronte alla giustizia, anche perchè le loro condotte rappresentano l'elemento che pone in connessione le grandi compagnie farmaceutiche, gli organismi geneticamente modificati (OGM), e il governo.

http://acidoascorbico.altervista.org/prova30/Immagini/vaccinispeciale.htm
http://acidoascorbico.altervista.org/prova5/Immagini/burrograssisaturi.htm

Rporto quanto scrive Linus Pauling sul suo libro riguardo alla vitamina E
pagina 160/340------(vitamina E) i disturbi cardiovascolari
Per il controllo della patologia arteriosclerotica, che è la causa dei disturbi cardiovascolari nelle loro svariate manifestazioni, un'altra vitamina ha manifestato la propria efficacia, somministrata da sola o associata all'ACIDO ASCORBICO. Si tratta della vitamina E (tocoferolo). una vitamina liposolubile. Essa è stata scoperta nel 1922 da Hwerbwert M. Evans, professore di biochimica all'università della California, e della sua collaboratrice Katherine Scott Bischop. Essi hanno dimostrato la necessità di una sua assunzione per il mantenimento di una buona salute nei ratti, ma solo di recente si è potuto rispondere alla domanda se fosse altrettanto necessaria anche per gli esseri umani. Soltanto nel 1968 il Food and Nutrition Board ha stabilito che essa è essenziale nell'alimentazione umana e che per un adulto la dose giornaliera raccomandata è di 30 UI (Unità Internazionale "1 mg = 1 UI"). Tuttavia, nel 1980 la RGR è stata ridotta dallo stesso ente a 10 UI. Ecco i motivi:
"Dato che fino ad oggi non esiste evidenza clinica a biochimica che l'apporto di vitamina E sia inadeguato negli individui normali che seguono diete bilanciate negli Stati Uniti, si considera soddisfacente l'attività della vitamina E nelle diete medie... I valori [delle RGR] della tabella vanno considerati come un apporto medio adeguato, ma l'adeguatezza di tali apporti varia se il contenuto di acidi grassi polinsaturi nella dieta si scosta in modo significativo dalle abitudini comuni... I dati che volessero dimostrare che le persone normali traggono vantaggio da supplementi superiori a quelli indicati dalle RGR sono ampiamente soggettivi.
Il Food and Nutrition Board ha, di conseguenza, rifiutato tutti i dati che presenteremo quì; o forse ritiene che i soggetti a rischio per quanto riguarda i disturbi cardiovascolari o altri problemi, i quali traggono giovamento dalla vitamina E, non siano individui "normali". Visto che più della metà della popolazione degli Stati Uniti muore a causa di disturbi cardiovascolari, tale atteggiamento ma pare alquanto irrazionale. Ancora nel 1981 il Food and Nutrition Board non era a conoscenza dei diversi effetti di un apporto minimo e di un apporto massimo di un elemento nutritivo essenziale.
Durante gli ultimi sessant'anni se è protratta un'accesa controversia sulla possibile efficacia della vitamina E, in quantità molto superiori a 10 UI al giorno, nel controllo o nella cura di varie gravi malattie, compresi i disturbi coronarici e quelli vascolari periferici. Al centro della controversia di trovano il medico canadese dottor R. James Shute ed i suoi due figli, il dottor Evan V. Shute ed il dottor Wilfrid E. Shute, che iniziarono a usare la vitamina E nel trattamento delle malattie fin dal 1933. I successi da essi riportati furono negati da molti altri medici, specie intorno al 1948, e da allora, per trentasette anni, la posizione presa da quasi tutte le autorità mediche è stata che la vitamina E in dosi superiori alla RGR di 10 UI non provoca miglioramenti nella salute nè previene o tiene sotto controllo le malattie. Sono convinto che le autorità siano in errore per quanto riguarda alla vitamina E, così, come lo sono state riguardo all'ACIDO ASCORBICO.
Quando nel 1936 la vitamina E fu isolata dal germe di frumento, si trovò che essa è una miscela di varie sostanze simili, che furono chiamate alfa-tocoferolo, mega-tocoferolo. delta-tocogerolo e così via. Ciascuna di queste sostanze si può presentare nella forma "d" o nella forma "l": tutte hanno un'attività biologica ed un potere antiossidante, ma in quantità diverse. Le capsule di vitamina E contengono spesso il "dl"-alfa tocoferil acetato puro, di cui 1 mg. equivale ad 1 UI. Possono però contenere un miscuglio di tocoferoli o dei loro esteri, in quantità relative tali da dare l'effetto biologico ed antiossidante non si equivalgono affatto da un tocoferolo all'altro, così che il numero delle UI costituisce solo una misura approssimativa dell'attività di tale vitamina. Wilfrid Shute raccomandò l'uso dell'alfa.tocoferolo (o alfa-tocoferil acetato) per tenere sotto controllo i disturbi cardiaci; probabilmente, però, gli altri tocoferoli, presi nella stessa dose (misurata in UI) hanno essenzialmente la stessa efficacia.
Le attività dei diversi tocoferoli presenti nella vitamina E sono state determinate attraverso ricerche effettuate sugli animali, riguardanti in particolare la loro efficacia nel permettere una normale riproduzione nei ratti.
La vitamina E pura è un olio, praticamente insolubile in acqua ma solubile in oli e grassi. La si trova in molti cibi /burro, oli vegetali, margarina, uova, frutta e verdura). Nel 1956 si scoprì che pazienti di un ospedale che da parecchi anni seguivano una dieta contenente solo 3 UI di vitamina E mostrarono una maggiore fragilità dei globuli rossi, causata dell'ossidazione degli acidi grassi unsaturi contenuti nella membrana cellulare. La vitamina E funge da antiossidante e previene l'ossidazione o la annulla, ossidandosi essa stessa. L'ACIDO ASCORBICO, anch'esso un antiossidante, può riportare la vitamina E al suo stato originario.
Una dieta ricca di acidi grassi insaturi, sopratutto quelli polinsaturi, può distruggere il rifornimento di vitamina E dell'organismo e causare lesioni muscolari e cerebrali, come pure degenerazioni dei vasi sanguigni. Si deve stare attenti a non includere nella dieta un quantità eccessiva di oli polinsauri senza un corrispondente aumento di vitamina E.
Nel 1950 il Council on Pharmacy and Chemiastry (Consiglio di Farmacia e Chimica) della Associazione Medica Americana ha pubblicato un rapporto sulla vitamina E, in cui comparivano le seguenti dichiarazioni:
"Più di tre anni fa sono circolate voci su un nuovo ed interessante trattamento dei pazienti affetti da disturbi circolatori. E' stato detto che esso era stato scoperto da certi ricercatori di London, nel Canada. Si sosteneva che forti dosi di vitamina E, o alfa-tocoferolo, potevano produrre una notevole ripresa in pazienti affetti da una varietà di disturbi cardiovascolari che non avevano tratto vantaggio da terapie più ortodosse... Il primo annuncio di una possibile efficacia dell'alfa-tocoferil acetato nei casi di disturbi coronarici comparve in una lettera firmata A.Vogelsang ed E. V. Shute, su "NATURE" (1946, 157:772)".
pagina 162/340 vitamina E anche per il diabete
Successivamente comparve una serie di articoli su Medical Record (Surgery, Gynecology and Obstetric, 1948, 86:1) secondo cui rispondevano alla terapia con la vitamina E le ulcere varicose, la trombofeblite, la cancrena precoce delle estremità, la tromboangioie bliterante e la trombosi cerebrale. La segnalazione più recente di una malattia che risponde bene alla vitamina E riguarda il DIABETE, secondo quanto riferisce Vogelsang, dello Shute Institute (Medical Record, 1948, 161:363; Journal of Clinical Endocrinology, 1944. 8:883).
[...] La stampa non specializzata ha già dedicato un considerevole spazio alle pretese virtù della vitamina E [...] E' da deplorarsi che le speranze di coloro che soffrono di disturbi cardiaci e di altre patologie cardiovascolari, così come quelle degli innumerevoli diabetici, debbano essere falsamente suscitate da un entusiasmo incontrollato"
Questo atteggiamento scettico e poco costruttivo è persistito invariato per trentacinque anni. Nel 1977 la più
alta autorità statunitense in campo nutrizionale (legata però ai vecchi schemi), e cioè il dottor Jean Mayer, presidente della Tufts University, ha affermato "Data la varietà dei segni di carenza in diversi animali, si è provato a somministrare enormi dosi di vitamina E in un gran numero di malattie umane, dall'aborto ripetuto ai disturbi cardiaci ed alla distrofia muscolare. Gli esperimenti non furono un successo. Pertanto i medici sono tornati sulla vecchia posizione, secondo cui la vitamina E ci è necessaria, ma solo un quantità moderate!. (Mayer, 1977). Mayer prodegue definendo una "moda" l'uso, che fui io ad inaugurare, di grandi quantità di ACIDO ASCORBICO contro il comune raffreddore, e suggerisce di non prenderne mai più della RGR, citando parecchie delle argomentazioni ingannevoli esaminate nel capitolo 27.
Non si ha notizia di effetti collaterali negativi seguiti all'assunzione de dosi elevate di vitamina E. Sotto questo aspetto, essa differisce dai vari farmaci, come l'aspirina (per citarne uno dei meno pericolosi), che sono diffusamente usati nel trattamento delle malattie per le quali Shute sostengono l'efficacia della vitamina E.
Il fatto che la vitamina E sia priva di pericoli e che gli Shute ne affermino l'efficacia nel trattamento delle malattie coronariche ed in parecchie altre patologie avrebbe dovuto provocare un'approfondita indagine d parte delle scettiche autorità sanitarie: si sarebbe dovuto accertare la verità attraverso un gran numero di prove a doppio ceco, in cui i pazienti di un gruppo ricevessero un placebo. Ma in realtà queste indagini non sono mai state fatte, a trentanove anni di distanza dalle prima comunicazioni in proposito.
Qualcuno ha sostenuto che sarebbe stato compito degli stessi Shute effettuare esperimenti a doppio cieco. Ma i principi dell'etica medica impedivano loro di agire in tal modo. Gli Shute stessi si convinsero della grande efficacia della vitamina E nel 1946. Un medico ha il dovere morale di dare ad ogni paziente quel trattamento che, secondo lui, ha la massima probabilità di guarirlo.
Era pertanto dovere degli Shute continuare ad usare la vitamina E per tutti i loro pazienti che presentavano quella malattia che, in base alla loro esperienza, poteva trarre giovamento da tale terapia; pertanto sarebbe stato immorale defraudare di questo trattamento vantaggioso metà dei loro pazienti.
Non sarebbe invece immorale per un medico convinto dell'inefficacia della vitamina E svolgere una ricerca a doppio cieco in proposito. Non sono gli Shute, ma piuttosto gli esponenti della medicina ufficiale che sono venuti meno al loro dovere, non avendo svolto approfondite indagini sulla vitamina E, quando esisteva una serie di dati che suggerivano che questa sostanza naturale, priva di rischi ed atossica, aveva una qualche efficacia, forse addirittura una grande efficacia, nel controllo di malattie così gravi e spesso letali.
Oltre a molte relazioni pubbliche in varie riviste mediche dal 1946 in poi, gli Shute hanno descritto i loro metodi e risultati in due libri, "Vitamin E for Ailing, and Healthy Hearts (Vitamina E per cuori sani e malati), di Wilfrid E. Shute e Harold J. Taub (1969); e "The Heart and Vitamin E (Il cuore e la vitamina E), di Eavn Shute e collaboratori (1956,1969). Le malattie discusse in distinti capitoli di questi libri includono disturbi coronarici ed ischemia del cuore e la concomitante angina, febbri reumatiche, disturbi cardiaci reumatici acuti e cronici, ipertensione, disturbi cardiaci congeniti, malattie vascolari periferiche, arteriosclerosi, ulcera indolore, DIABETE, disturbi renali e ustioni.
Gli autori ritengono che la vitamina E, in dosi che vanno da 50 UI a 2500 UI al giorno, si dimostri efficace nel trattamento di tutte queste patologie. La vitamina E viene somministrata per via orale. Viene anche usata una pomata (al 3 per cento di vitamina E in gelatina di petrolio), per ustioni, ulcere ed altre patologie dolorose.
Wilfrid Shute afferma anche di aver trattato, durante i ventidue anni precedenti il 1969, trentamila pazienti cardiovascolari; ma sono stati pubblicati i dati relativi ad alcune centinaia di tali pazienti. Nella maggior parte, i "casi di controllo" erano costituiti dall'anamnesi degli stessi pazienti prima dell'inizio del trattamento con la vitamina E. Per esempio, un paziente, un anziano medico diabetico, presentava serie ulcerazioni e riduzione della circolazione in una gamba, così gravi da indicare la necessita dell'amputazione. La gamba venne amputata. Le ulcerazioni e la ridotta circolazione si svilupparono nell'altra gamba.
In seguito egli venne a sapere degli Shute. Gli fu somministrata della vitamina E. Dopo qualche mese l'altra gamba era guarita, e l'amputazione fu evitata.
Un altro paziente, che nel 1951 aveva cinquantotto anni,presentava un'occlusione coronarica con infarto posteriore. Dopo due settimane di ospedale venne rimandato a casa, ma non era più in grado di lavorare. Dopo sei mesi fu visitato da Wilfrid Shute, che gli prescrisse 500 UI di vitamina E. Nel giro di dieci settimane era liberato dai sintomi e aveva ripreso il lavoro; diciassette anni dopo ebbe un attacco di fibrillazione atriale, che fu presto tenuta sotto controllo con l'ossigeno; nel 1968, all'età di settantasei anni, era in buone condizioni.
Ci sono dozzine di casi clinici simili a questi nei libri. Essi non costituiscono una prova, ma non vi è alcun dubbio sul fatto che Wilfrid Shute ed Evan Shute fossero convinti che la vitamina E sia la sostanza più importante del mondo.
Confesso che io penso la stessa cosa della vitamina C.
Alcuni anni fa un articolo su "Consumer Reports" mi spinse a passare in rassegna le ricerche pubblicate sulla Vitamina E e i disturbi cardiaci. "consumer Reports" è una pubblicazione che si propone di "fornire ai consumatori informazioni e consigli su beni e servizi, di dare informazioni su tutto ciò che ha a che fare con il modo di spendere il reddito di una famiglia; essa si propone inoltre di dar vita a sforzi individuali e di gruppo, volti a creare e mantenere degli standard di vita decorosi". E' una pubblicazione che ha milioni di lettori. Per molti prodotti il suo consiglio può essere valido, ma per quanto riguarda le vitamine è completamente inaffidabile. La pubblicazione, senza aver verificato di prima mano l'efficacia delle vitamine, si basa su qualche anonima autorità.
Nel numero del gennaio 1973, "Consumer Reports" pubblicava un articolo intitolato "Vitamina e: che cosa c'è dietro a tutte quelle dichiarazioni a suo favore?". L'autore dell'articolo elencava una quantità di malattie per le quali era stata sostenuta l'efficacia della vitamina E (quelle citate da Wilfrid ed Evans Shute, che già abbiamo riportato, ed in più acne, invecchiamento e altre ancora), e concludeva affermando: "Non siamo stati in grado di trovare una valida evidenza scientifica che provi che la vitamina E è di aiuto in alcuna delle malattie del lungo elenco riportato a pagina 62".
Poi scriveva che l'unico uso terapeutico della vitamina E, accertato mediante prove cliniche ben controllate, è il trattamento dell'anemia emolitica in alcuni bambini prematuri, e alcuni medici la prescrivono come misura preventiva per alcune malattie relativamente rare, in cui vi è un assorbimento di grassi.
L'articolo concludeva: "Atrimenti, l'uso della vitamina E come supplemento dietetico o come medicamento per le comuni affezioni è, nella migliore delle ipotesi uno spreco di soldi. Ma, cosa assai più grave, può indurre a rimandare un trattamento medico più adeguato, a favore di un'autoterapia priva di efficacia. E il costo di tutto ciò può essere inestimabile".
Viene detto che tali conclusioni si basano sulla pubblicazione di vari esperimenti effettuati da medici. e l'articolo ne riporta la bibliografia. Ho esaminato con attenzione ciascuna delle pubblicazioni indicate, ed ho trovato che non giustificavano la conclusione a cui è giunto "Consuner Reports". La mia conclusione è che l'autore di quell'articolo mancava della capacità di valutare in modo appropriato i dati riferiti dalle pubblicazioni citate.
"Consumer Reports" aveva elencato varie ricerche su vitamina E e disturbi coronarici effettuate intorno al 1949, dicendo che tutte avevano dato risultati negativi e che contraddicevano quanto gli Shute avevano affermato. Io, invece, arrivai a concludere che quelle ricerche erano tutte inattendibili perchè in esse si adottavano quantità troppo piccole della vitamina, oppure venivano adottate per un periodo troppo breve, o per qualche altra ragione ancora. Per esempio, la ricerca che viene descritta come "orse la più complessa" è quella svolta da Donegan, Messer, Orgain e Ruffin, della Duke University School of Medicine (American Journal of the Medical Scienzces 217 [1949]:294). Essa riguardava ventun pazienti con malattie cardiovascolari, che furono seguiti per un tempo che andava dai 5 ai 20 mesi. A mesi alterni, ogni paziente riceveva vitamina E (da 150 a 600 UI al giorno) o un placebo. I pazienti venivano visti una volta al mese. Si constatò un'esigua differenza nelle loro condizioni dopo un mese di vitamina E e dopo un mese di placebo:
Tuttavia è ben noto che occorre assumere la vitamina E per due o tre mesi perchè essa cominci ad operare. Essa viene immagazzinata nei grassi, e l'esaurimento della scorta dell'organismo avviene molto lentamente; pertanto, il sistema dei mesi alterni non poteva permettere ai pazienti di modificare in modo significativo la quantità di vitamina E immagazzinata. La ricerca, come le altre, non costituisce affatto una confutazione delle affermazioni fatte dagli Shute.
Il dottor Alton Ochsner, grande cardiologo morto nel 1981, ha pubblicato vari articoli riguardanti il successo da lui ottenuto nel trattamento di coaguli sanguigni (tromboembolie e tromboflebiti) con la vitamina E (Ochsner, DeBakey e DeCamo, Jama 144 [1950]:831; Ochsner, New England Journal of Medicine 271 [1964, 1:4). Ochsner afferma: "A tutti i pazienti [chirurgici] in cui si può sviluppare una flebotrombosi [un coagulo in una vena], per parecchi anni abbiamo prescritto di ruotine 100 UI di alfa-tocoferolo (vitamina E), tre volte al giorno, finchè il paziente era diventato ambulatoriale. [....] L'alfa-tocoferolo è un potente inibitore della trombina [fattore di coagulazione del sangue] che non produce tendenza all'emorragia [mentre un anticoagulante tende a produrla] e perciò costituisce una profilassi sicura contro la trombosi venosa".
Un'altra testimonianza venne ignorata da "Consumer Reports". Si tratta del lavoro del dottor Knut Haeger del reparto chirurgia dell'Ospedale Malmo, in Svezia, che descriveva le sue osservazioni su 227 pazienti con occlusione periferica a carico delle arterie (1968). Di questi pazienti, 104 (età media 60,0 anni) ricevettero da 300 a 600 UI di vitamina E al giorno, senza alcun altro trattamento, a 123 (età media 59.4 anni) ricevettero o vasodilatatori, antiprotrombina o complessi poli vitaminici.
Non vi era state differenze significative tra i gruppi di pazienti che avevano ricevuto i tre ultimi trattamenti. Dopo un periodo di osservazione compreso tra i due ed i sette anni, si riscontrarono varie differenze tra i pazienti che avevano preso la vitamina E e quelli che non l'avevano presa. Durante la ricerca morirono 9 dei pazienti trattati con vitamina E e 19 pazienti dell'altro gruppo (8.7 per cento contro 15.4 per cento). A uno dei 95 pazienti sopravissuti del gruppo trattato con la vitamina E ed a 11 dei 104 pazienti sopravissuti dell'altro gruppo si dovette amputare una gamba (1.05 per cento contro 10.58 per cento; dati statisticamente significativi a livello del 99 per cento di attendibilità). I pazienti affetti da disturbi occlusivi periferici soffrono, dopo aver camminato per breve tempo, di acuti dolori ai polpacci, a causa di un insufficiente rifornimento di ossigeno ai muscoli. Dei pazienti trattati con vitamina E, il 75 per cento aumentò del 50 per cento il percorso che riusciva a coprire camminando senza che insorgessero tali dolori, contro il solo 4 per cento degli altri pazienti. La sensazione soggettiva di miglioramento fu nettamente maggiore nei pazienti del gruppo trattato con vitamina E che negli altri.
Numerose altre ricerche hanno dato risultati analoghi. Boyd e Marks (1963) riferiscono di 1476 pazienti con arteriosclerosi generale che erano stati trattati con vitamina E per dieci anni.
Questi autori hanno trovato che il tasso di sopravvivenza di dieci anni era superiore in questi pazienti a quello riscontrato in qualsiasi ricerca analoga su pazienti che non avevano ricevuto vitamina F.
La mia conclusione, in base ai dati che ho riassunto sopra ed a ulteriori pubblicazioni della letteratura medica elaborate da altri autorevoli medici oltre agli Shute, è che non vi è dubbio che la vitamina E abbia una grande efficacia nel controllo delle malattie vascolari periferiche, che spesso si manifestano in concomitanza, di disturbi cardiaci e del diabete, e anche nel prevenire e trattare i coaguli (tromboembolie e tromboflebiti). In più, credo che vi siano seri argomenti a conferma della tesi degli Shute sull'efficacia della vitamina E per prevenire e controllare le malattie coronariche e altri disturbi.
Haenger ha osservato che gli acuti dolori ai polpacci avvertiti dai pazienti con disturbi occlusivi arteriosi periferici dopo aver camminato per un certo tratto sono analoghi agli acuti dolori al cuore (angina) dei pazienti coronarici. In entrambi i casi il dolore deriva da una carenza di ossigeno: il lavoro muscolare provoca un esaurimento dell'ossigeno prima che l'organismo riesca a rifornire la gamba o il cuore attraverso le arterie ostruite. Non vi è dubbio che il dolore muscolare viene ridotto dalla vitamina E (così come sono i crampi muscolari sperimentati da alcuni soggetti); è pertanto ragionevole che anche il paziente cardiaco trovi sollievo alla sua angina mediante la vitamina E, così come sostengono Wilfrid ed Evans Shute nei loro libri.
Già da cinquant'anni è noto che un basso apporto di vitamina E provoca la distrofia muscolare, un disturbo dei muscoli scheletrici caratterizzato da una debolezza simile a quella causata da una carenza di vitamina C (le ricerche su vitamina E e distrofia muscolare sono state discusse da Pappenheimer, 1948). Le difficoltà nel camminare sperimentate dai pazienti affetti da disturbi occlusivi periferici a carico delle arterie possono dipendere in parte da una bassa concentrazione di vitamina E nel muscoli, e in parte da un diminuito rifornimento di ossigeno. Il danno ai muscoli in caso di carenza di vitamina E può dipendere dall'ossidazione di lipidi insaturi, protetti dalla vitamina E (antiossidante e liposolubile) quando essa è presente in concentrazioni sufficienti.
Si conoscono vari tipi di distrofie muscolari ereditarie. In genere, la loro natura non è del tutto nota. e non esiste per esse l'indicazione di una terapia specifica. La miastenia grave viene trattata con inibitori della colinesterasi, dei corticosteroidi, e con rimozione chirurgica del timo.
Le autorità mediche non parlano della possibile efficacia delle vitamine per tenere sotto controllo le distrofie muscolari. I dati disponibili oggi sul modo in cui le vitamine E, C e B6, non chè altre vitamine, sono implicate nel funzionamento muscolare, suggeriscono che un apporto ottimale di questi nutritivi può essere efficacia per i pazienti. Per quanto ne so io, non sono stati pubblicati studi approfonditi sulla somministrazione di dosi maggiori di vitamine a pazienti affetti da distrofia muscolare ereditaria.
La vitamina E, che è antiossidante e liposolubile, e la vitamina C, anch'essa antiossidante ma idrosolubile, collaborano nel proteggere i vasi sanguigni e altri tessuti dai danni provocati dall'ossidazione. Esse rallentano il processo di deterioramento che avviene nell'organismo con il passare del tempo e aiutano a prevenire le malattie cardiovascolari. Sono efficaci anche come coadiuvanti delle terapie convenzionali.
In questo libro mi occupo quasi esclusivamente delle vitamine e di altre sostanze ortomolecolari, e solo occasionalmente cito qualche farmaco.
http://digilander.libero.it/genfraglo/Immagini/originalelp.pdf

Chiedo scusa se mi permetto, ma vorrei correggere gli errori dell'articolo in oggetto che ci racconta della vitamina E, che riportando informazioni DOCUMENTATE queste informazioni vorrei correggerle.
Prima di tutto dobbiamo stabilire che la vitamina E è uno degli "ALIMENTI ESSENZIALI" i quali formano quel liquido seminale maschile, nel quale ogni individuo animale è stato GENERATO, e che inoltre circolano nel loro sangue in quanto scritti nel loro DNA.
Stabilito questo dobbiamo sapere, quindi fissare anche che questi stessi "ALIMENTI ESSENZIALI" fanno anche parte di ogni individuo VEGETALE, in quanto nel loro GERME nel quale inizia la loro vita, quindi ne fà parte anche questa vitamina E.
Lo dimostra il fatto che l'uomo si fornisce di questi "ALIMENTI ESSENZIALI", proprio ingoiando questi VEGETALI come CIBO NATURALE, ma un'altra fonte degli "ALIMENTI ESSENZIALI" può essere la CARNE, anch'essa CIBO NATURALE.
Il primo degli "ALIMENTI ESSENZIALI" forniti dai VEGETALI è l'ACIDO ASCORBICO, ma anche questa importante vitamina E.
"Il Tocoferolo è il componente principale della Vitamina E, più semplicemente conosciuto soltanto come Vitamina E.
Il Tocoferolo è un nutriente vitaminico essenziale per l'uomo,
Che cos’è esattamente?
Il Tocoferolo è presente in natura in ben otto distinte forme, la più importante delle quali è l'alfa-tocoferolo, perché è l’unica utilizzata dal corpo umano, fa parte del gruppo delle vitamine liposolubili. (insieme alle vitamine A, D e K), (alfa, beta, gamma e delta-tocoferolo e alfa, beta, gamma e delta-tocotrienoli).
Per cosa è utile il Tocoferolo?
Il Tocoferolo è un potente antiossidante in grado di aiutare le cellule dell’organismo umano a proteggersi dall'azione dei radicali liberi e dunque dall'invecchiamento precoce.
In particolare, il Tocoferolo protegge la vitamina A dall’ossidazione, rinforza le difese immunitarie, migliora l’ossigenazione, contribuisce a proteggere da vari tipi di tumore, mantiene sani i nervi, rende elastica la pelle, aiuta la vista, migliora la circolazione sanguigna, fluidifica il sangue, combatte acne ed eczemi, protegge dall’inquinamento atmosferico, protegge dai raggi UV.
http://acidoascorbico.altervista.org/prova04/Immagini/vitaminaetocoferolo.htm

La scoperta da uno studio cinese che ha coinvolto oltre 130 mila persone: maggiori sono le quantità assunte di questo antiossidante naturale, minori sono le possibilità di sviluppare la patologia. Gli esperti ricordano: “Basta una dieta equilibrata, che aiuta a prevenire anche altri disturbi”.

23 LUG - Il segreto per aiutare a prevenire l’insorgenza del tumore al fegato potrebbe essere semplice: consumare più vitamina E, che la si assuma con la dieta o con integratori. A dirlo uno studio della Shanghai Jiaotong University School of Medicine e dello Shangai Cancer Institute, pubblicato sulla rivista Journal of the National Cancer Institute.

La vitamina E è una antiossidante naturale, un nutriente liposolubile che secondo molti studi sperimentali sarebbe capace di prevenire il danneggiamento del Dna. Ma la sostanza potrebbe nello specifico essere utile per prevenire il cancro al fegato, secondo uno studio che ha arruolato un campione di 132.837 persone tra il 1997 e il 2006, di cui 267 (118 donne e 149 uomini) hanno ricevuto diagnosi di tumore.

Per comprendere la relazione tra l’assunzione di vitamina E e il rischio di avere la malattia, gli scienziati hanno predisposto interviste singole e questionari, nei quali ai partecipanti era chiesto di riportare le proprie abitudini alimentari. Ad esempio, veniva loro chiesto di dichiarare quanto spesso consumavano alcuni dei cibi più comuni di Shangai, o se assumevano qualche tipo di integratore vitaminico.

Attraverso il confronto con i dati relativi a quali pazienti avessero sviluppato il tumore al fegato, gli scienziati hanno così scoperto come l’alto consumo di vitamina E abbassasse il rischio, sia tra i pazienti che presentavano familiarità o che avevano avuto una storia precedente di malattie epatiche, sia tra quelli che non ne avevano.

“Dai dati emerge chiaramente una relazione tra il consumo di questo antiossidante e la probabilità di incorrere in un tumore, e questa relazione risulta essere anche dose-dipendente”, ha commentato Wei Zhang, medico allo Shangai Cancer Institute. “Al contrario, abbiamo osservato che i pazienti con familiarità che assumevano molta vitamina C da integratori alimentari, avevano più possibilità di sviluppare la patologia, ma lo stesso non accadeva ai pazienti che la assumevano in quantità corretta dall’alimentazione”.
“Il messaggio che filtra da questi dati è chiaro”, ha concluso Xiao Ou Shu, co-autore dello studio. “L’idea è che una corretta alimentazione protegge sicuramente dall’insorgenza di molte patologie, ma che la vitamina E in particolare debba essere assunta in grandi quantità poiché fa bene – tra le altre cose – per prevenire il cancro al fegato”.

Gli alimenti maggiormente ricchi di vitamina E sono i semi (e dunque gli oli da loro derivati), i cereali, gli ortaggi, la frutta fresca e quella secca. In tutti questi alimenti il contenuto viene però ridotto dalla cottura.

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