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Questa la traduzione dello studio visibile sotto in originale

Il team di laboratorio inizia lo zenzero in nanoparticelle per curare la malattia infiammatoria intestinale

Veterans Affairs Research Communications
IMMAGINE

IMAGE: Il dottor Didier Merlin (primo fila, centro) e colleghi con l'Atlanta VA Medical Center e l'Istituto per le Scienze Biomediche presso la Georgia State University stanno esplorando l'uso di ... vedi di più

Credito: Lisa Pessin

Un recente studio condotto da ricercatori presso l'Atlanta Veterans Affairs Medical Center li ha portati ad una destinazione non così probabile: i mercati degli agricoltori locali. Sono andati in cerca di radice di zenzero fresco.

Di nuovo al laboratorio, gli scienziati hanno trasformato lo zenzero in quello che chiamano GDNP, o nanoparticelle derivate da zenzero. Il processo è iniziato abbastanza, con il tuo miscelatore di cucina. Ma poi ha interessato la centrifugazione super-alta velocità e la dispersione ultrasonica del succo di zenzero, per rompere in singoli pellet. (Non provare a casa tua!)

Il team di ricerca, guidato dal Dott. Didier Merlin con VA e dall'Istituto per le Scienze Biomediche presso la Georgia State University, ritiene che le particelle possano essere una buona medicina per la malattia di Crohn e la colite ulcerosa, due principali forme di malattia infiammatoria intestinale (IBD). Le particelle possono anche aiutare a combattere il cancro legato alla colite, credono gli scienziati.

Essi riportano i loro risultati, basati su esperimenti con cellule e topi, nel numero di Biomaterials del settembre 2016.

Ogni nanoparticella a base di zenzero era di circa 230 nanometri di diametro. Più di 300 di loro potrebbero adattarsi alla larghezza di un capello umano.

Alimentata nei topi da laboratorio, le particelle sembravano non tossiche e avevano effetti terapeutici significativi:

Importante, hanno puntato in modo efficace sul colon. Sono stati assorbiti principalmente dalle cellule nella fodera dell'intestino, dove si verifica l'infiammazione IBD.
Le particelle hanno ridotto la colite acuta e impedito la colite cronica e il tumore associato alla colite.
Hanno migliorato la riparazione intestinale. In particolare, hanno aumentato la sopravvivenza e la proliferazione delle cellule che costituiscono la fodera del colon. Hanno anche abbassato la produzione di proteine ​​che promuovono l'infiammazione e hanno aumentato i livelli di proteine ​​che combattono l'infiammazione.

Parte dell'effetto terapeutico, dicono i ricercatori, proviene dagli alti livelli di lipidi - molecole grasse - nelle particelle, frutto dei lipidi naturali della pianta dello zenzero. Uno dei lipidi è l'acido fosfatidico, un importante blocco di costruzione delle membrane cellulari.

Le particelle hanno inoltre mantenuto elementi chiave attivi fondati naturalmente nello zenzero, come 6-gingerol e 6-shogaol. Precedenti studi di laboratorio hanno dimostrato che i composti sono attivi contro l'ossidazione, l'infiammazione e il cancro. Sono ciò che rende lo zenzero standard un rimedio efficace per la nausea e altri problemi di digestione. Le culture tradizionali hanno usato lo zenzero medicamente per secoli, ei negozi di alimenti per la salute alimentano integratori a base di zenzero - come le mestole, o l'erba mescolata al miele in uno sciroppo - come ausili digestivi.

Il rilascio di questi composti in una nanoparticola, dice la squadra di Merlin, può essere un modo più efficace per indirizzare il tessuto del colon che semplicemente fornire l'erba come un alimento o un integratore.

L'idea di combattere IBD con le nanoparticelle non è nuova. Negli ultimi anni, il laboratorio di Merlin e altri hanno esplorato come fornire farmaci convenzionali attraverso la nanotecnologia. Alcune di queste ricerche sono promettenti. L'approccio può consentire la somministrazione di basse dosi di farmaci solo quando sono necessari - tessuto infiammato nel colon - e quindi evitare effetti sistemici indesiderati.

Il vantaggio dello zenzero, dicono i ricercatori, è che non è tossico e potrebbe rappresentare una fonte di medicina molto conveniente.

Il gruppo sta guardando lo zenzero e altre piante, come potenziali "nanofattori per la fabbricazione di nanoparticelle mediche".

Merlin e la sua coautori VA e Georgia State University hanno elaborato l'idea in un rapporto all'inizio di quest'anno intitolato "Nanoparticelle commestibili dalle piante come un nuovo approccio terapeutico contro le malattie". Hanno scritto che le piante sono una "piattaforma bio-rinnovabile, sostenibile e diversificata per la produzione di nanoparticelle terapeutiche".
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