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E pensare che le vitamine sono chiamate "integratori"!
Un nome dispregiativo, ma ecco a cosa servono.
Informazioni generali
Scoperte nel 1911 dal medico polacco Kazimierz Funk, che estrasse per la prima
volta dalla crusca una sostanza in grado di curare il beri beri, le vitamine
sono nutrienti essenziali alla salute la cui regolare assunzione, tramite gli
alimenti, può avere effetti importanti nella prevenzione di numerose malattie,
tra cui varie forme di anemia, di disturbi del sistema nervoso, fino ad alcuni
tipi di cancro.
Le vitamine sono un insieme molto eterogeneo di sostanze chimiche, normalmente
necessarie in minime quantità per i fabbisogni dell’organismo, nel quale
regolano una serie di reazioni metaboliche, spesso funzionando come coenzimi. La
carenza di vitamine, che è solitamente definita ipovitaminosi quando la vitamina
è presente in quantità insufficienti nell’organismo e avitaminosi nei casi,
molto più rari, in cui è totalmente assente, ha sintomi specifici a seconda del
tipo di vitamina e può causare diversi disturbi o malattie. L’ipovitaminosi può
dipendere da una insufficiente assunzione di vitamina con gli alimenti, da un
aumentato fabbisogno, come avviene ad esempio in gravidanza, o dalla presenza di
alterazioni intestinali che ne impediscono l’assorbimento, come nel caso di
alcune patologie o di alcolismo cronico. Solitamente, la somministrazione di
dosi di vitamina, tramite l’alimentazione o integratori specifici, è sufficiente
a eliminare i sintomi. Raramente si può manifestare anche la condizione
contraria, quella di ipervitaminosi, derivante soprattutto da un eccesso di
assunzione di integratori.
Secondo stime di International Micronutrient Malnutrition Prevention and Control
Program (IMMPaCt), il programma dei CDC americani per eliminare la malnutrizione
da micronutrienti, ci sono miliardi di persone che nel mondo presentano carenze
di vitamina A, di acido folico e di altri micronutrienti non vitaminici, come ad
esempio il ferro e lo iodio, essenziali a un equilibrato svilupo dell’organismo.
Il risultato di tali carenze è la diffusa prevalenza di malformazioni neonatali,
disabilità e difficoltà di apprendimento, cecità, ritardo mentale, sistema
immunitario indebolito, ridotta capacità di operare e lavorare, perfino morte
prematura. Lo stesso programma indica nel miglioramento della dieta,
nell’introduzione di alimenti fortificati e nell’eventuale supplemento con
integratori alimentari gli strumenti più efficaci per combattere la carenza
vitaminica e di sali minerali.
Quante sono le vitamine e cosa fanno
Le vitamine si possono suddividere in due grandi gruppi:
idrosolubili: non accumulabili dall’organismo e quindi da assumere
quotidianamente con l’alimentazione. Si tratta di tutte le vitamine del gruppo
B, compreso l’acido folico, della vitamina H, PP e C.
liposolubili: vengono assorbite assieme ai grassi alimentari e accumulate nel
fegato. La carenza si manifesta quindi in seguito a una mancata assunzione per
tempi lunghi. Ne fanno parte la vitamina A, D, E e K.
Vitamine idrosolubili
Vitamine del gruppo B
tiamina (B1): necessaria nel metabolismo dei carboidrati, favorisce lo stato
generale di nutrizione dei tessuti nervosi. La carenza causa danni al sistema
nervoso, deperimento generale e alcune condizioni specifiche come il beri beri,
molto diffuso tra le popolazioni che si cibano principalmente a base di riso
brillato, e la sindrome di Wernicke, una grave forma di stato confusionale. La
tiamina è molto diffusa sia negli alimenti vegetali che in quelli animali, come
i cereali, i legumi, la carne di maiale, il lievito di birra, ed è prodotta in
parte anche dalla flora intestinale ma il suo fabbisogno, che è di almeno 0,8 mg
al giorno (0,4 mg ogni 1000 kcal assunte) è appena coperto da un normale regime
alimentare.
riboflavina (B2): importante per lo stato di nutrizione della pelle e delle
mucose, la riboflavina è raramente scarsa nell’alimentazione delle popolazioni
dei paesi ricchi. La sua carenza è invece evidente nelle popolazioni povere,
dove associata a un generale stato di sottonutrizione, causa alterazioni della
pelle, lesioni alle mucose e al tubo digerente. E’ molto diffusa nel lievito di
birra, nel germe di grano, nei cereali integrali, nel fegato, nella carne, nel
latte e nelle uova ed è prodotta anche dalla flora intestinale. Una certa parte
però viene perduta con la cottura dei cibi. Il fabbisogno giornaliero è di 0,6
mg ogni 1000 kcal assunte.
acido pantotenico (B5): vitamina importantissima nella protezione da una serie
di condizioni patologiche, è molto diffusa in tutti gli alimenti sia animali che
vegetali, soprattutto nel fegato, tuorlo d’uovo, legumi e lievito di birra. E’
carente solo in stati di grave denutrizione, e il suo fabbisogno quotidiano è di
3-12 mg al giorno.
piridossina (B6): precursore di un enzima importante nel metabolismo dei
composti azotati, la presenza della vitamina B6 influenza l’efficienza
nell’utilizzo delle proteine da parte dell’organismo, ma anche la sintesi
dell’emoglobina e il metabolismo dei carboidrati e dei lipidi. La carenza di B6
è piuttosto rara, e solitamente causa apatia e debolezza, e in qualche caso una
forma di anemia ipocromica, dove i globuli rossi sono più chiari del solito. E’
molto diffusa tra gli alimenti, nella carne, nel pesce, nei legumi ed è
resistente anche a molti trattamenti industriali. Il fabbisogno giornaliero è
stimato in almeno 1,1 mg al giorno per le donne e 1,5 mg al giorno per gli
uomini.
cobalamina (B12): si tratta di un gruppo di sostanze contenenti cobalto,
coinvolte nel metabolismo degli acidi grassi, degli amminoacidi e degli acidi
nucleici. La condizione di carenza è piuttosto rara, e si può manifestare solo
nei casi di dieta vegetariana stretta. In questo caso, è particolarmente
delicata la fase di gravidanza, dove la carenza nella madre può avere effetti
molto pericolosi per il nascituro. La carenza però può derivare anche
dall’assenza del fattore che ne facilita l’assorbimento a livello intestinale,
con conseguenti disturbi a carico del sistema nervoso e della produzione delle
cellule del sangue, fino a una forma di anemia definita ‘perniciosa’. E’
presente in tutti gli alimenti animali in minime quantità, in particolare nel
fegato, nella carne, nel pesce nel latte e nelle uova, ed è resistente alla
cottura. Il suo fabbisogno minimo giornaliero, normalmente coperto dalla dieta,
è di almeno 2 microgrammi al giorno.
acido folico (B9): consulta la sezione interamente dedicata a questo fattore
essenziale.
Vitamina C – acido ascorbico
Oltre a partecipare a numerose reazioni metaboliche e alla biosintesi di
collagene, di alcuni aminoacidi e ormoni, la vitamina C è anche un anti
ossidante, interviene nelle reazioni allergiche potenziando la risposta
immunitaria, neutralizza i radicali liberi e svolge una funzione protettiva a
livello di stomaco, inibendo la sintesi di sostanze cancerogene. La sua carenza
provoca una condizione definita scorbuto, una malattia che in passato era molto
diffusa tra i marinai che assumevano poca frutta e verdura, i cui primi sintomi
sono apatia, anemia e inappetenza e poi, proprio per la mancata sintesi di
collagene, sanguinamento delle gengive, caduta dei denti, dolori muscolari,
fragilità dei capillari e emorragie sottocutanee. La vitamina C è contenuta
soprattutto negli alimenti freschi, come frutta e verdura, in particolare kiwi,
agrumi, pomodori e peperoni. La vitamina viene però facilmente deteriorata
durante i trattamenti di conservazione e cottura, si perde facilmente durante i
lavaggi e la cottura in acqua e viene danneggiata anche dall’ossigeno e dal
calore. Per assicurare un buon apporto di vitamina C è quindi necessario
consumare frutta e verdura freschissime e crude o poco cotte. Il fabbisogno di
vitamina C è di 60 mg al giorno (70 in gravidanza).
Vitamina H – Biotina
La biotina partecipa alla sintesi di glucosio e di acidi grassi. Essendo una
vitamina molto presente negli alimenti e abbondantemente prodotta anche dalla
flora intestinale, non è solitamente carente nell’organismo. Si trova
soprattutto nel fegato, nel pollo, nel tuorlo d’uova, nella frutta secca, in
diversi ortaggi e frutta fresca, nel latte e formaggi, nel pesce. Il fabbisogno
giornaliero è di 15-100 µg al giorno, solitamente soddisfatto da una normale
dieta alimentare.
Vitamina PP – Niacina
La vitamina PP prende parte alle reazioni della respirazione cellulare, della
sintesi e demolizione di amminoacidi, acidi grassi e colesterolo. La carenza di
niacina causa la pellagra, una condizione molto diffusa nelle zone povere anche
del nostro paese fino all’inizio del ‘900, a causa di una alimentazione
principalmente consistente in mais, povero di niacina e ricco di antivitamina
PP, una sostanza che si combina con la vitamina PP e la rende non disponibile
per l’organismo. Tipici sintomi della pellagra sono dermatiti, macchie e
desquamazioni epidermiche, disturbi intestinali, diarrea, fino ad alterazioni
neurologiche, come la demenza. La niacina è molto diffusa negli alimenti di
origine animale, e viene sintetizzata dall’organismo a partire dall’aminoacido
triptofano quindi una dieta a base di proteine ne garantisce un apporto
sufficiente. Il fabbisogno giornaliero è di 6,6 mg per 1000 kcal assunte.
Vitamine liposolubili
Retinolo – vitamina A
Il retinolo e i suoi precursori, i carotenoidi, costituiscono uno dei fattori
indispensabili per la vista, in quanto sono componenti della rodopsina, la
sostanza sensibile alla luce presente sulla retina oculare. La carenza di
retinolo comporta difetti alla vista che possono arrivare, nei casi più gravi,
fino a completa cecità. La vitamina A però svolge anche un ruolo nel processo di
differenziazione cellulare, ed è quindi molto importante per un corretto
sviluppo dell’individuo, per la sua capacità di risposta immunitaria, per
l’integrità del suo sistema di tessuti. Evidenze scientifiche indicano un ruolo
della vitamina A come agente antitumorale. Una carenza di vitamina A quindi può
provocare malformazioni fetali, difficoltà nel processo di sviluppo e crescita,
sensibilità alle infezioni. Il retinolo è presente soprattutto negli alimenti
animali, nel fegato, nel formaggio, nel burro, nelle uova e nel latte. Nei
vegetali si trovano invece i carotenoidi, soprattutto nella frutta e verdura di
colore arancione, giallo e rosso, come il pomodoro, la carota, le albicocche,
l’anguria, i frutti di bosco. La vitamina A viene perduta in gran parte durante
il processo di cottura. Essendo liposolubile, si accumula a livello del fegato,
e può comportare, se assunta in eccesso, problemi di ipervitaminosi che possono
causare anche danni permanenti a fegato e milza. Il fabbisogno giornaliero
dunque è di 0,6-0,7 mg al giorno di retinolo, fino a 0,95 durante l’allattamento
(1 mg di retinolo equivale a 6 mg di β-carotene). E’ però consigliabile non
assumere più di 9 mg al giorno di retinolo per gli uomini e di 7,5 per le donne.
Tocoferolo – vitamina E
La vitamina E è un antiossidante che contribuisce al mantenimento dell’integrità
cellulare. Si ossida e degrada facilmente alla luce e in presenza di calore,
quindi durante il processo di cottura e quello di raffinazione dell’olio
vegetale. E’ contenuta soprattutto in frutti oleosi, come le olive, il germe di
grano, i semi. Una carenza di vitamina E, generalmente associata a una
malnutrizione, comporta difetti generali dello sviluppo, compresi disturbi al
sistema nervoso e al metabolismo generale. Il fabbisogno si aggira sugli 8 mg al
giorno.
Calciferolo – vitamina D
Esistono due forme di vitamina D: l’’ergocalciferolo, assunto con il cibo, e il
colecalciferolo sintetizzato dall’organismo. La vitamina D è un regolatore del
metabolismo del calcio e favorisce dunque anche una corretta mineralizzazione
dello scheletro. La maggior parte della vitamina D viene sintetizzata
dall’organismo, per azione dei raggi del sole, a partire da derivati del
colesterolo presenti nella pelle. La carenza di vitamina D comporta il rischio
di rachitismo nei bambini, con conseguente deformazione delle ossa e arresto
della crescita, e di osteomalacia negli adulti, una intensa forma di
decalcificazione ossea. Un eccesso di vitamina D, al contrario, può causare
calcificazioni diffuse negli organi, contrazioni e spasmi muscolari, vomito,
diarrea. La normale esposizione ai raggi del sole è sufficiente a coprire il
fabbisogno di vitamina D negli adulti, e va quindi assunta solo durante la fase
di accrescimento e durante la gravidanza e l’allattamento. In questi casi
l’assunzione dovrebbe essere di 10µg al giorno come integratore, vista la scarsa
presenza di vitamina D negli alimenti, con l’eccezione dell’olio di fegato di
merluzzo.
Vitamina K
La vitamina K svolge un ruolo importantissimo nel processo di coagulazione del
sangue. Una carenza, che si verifica però raramente in seguito a malattie che
impediscono l’assorbimento intestinale o a prolungati trattamenti antibiotici,
comporta quindi emorragie. Il fabbisogno di vitamina K è di circa 60 µg al
giorno, normalmente coperto dalla sintesi endogena a livello di flora
intestinale. Fonti di vitamina K sono i vegetali, in particolare cavoli e
spinaci, e il fegato.
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