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Per l'ACIDO ABSCISSICO ORMONE AUTOPRODOTTO che guida gli "ZUCCHERI"

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Tutto sul BICARBONATO DI SODIO "DEMONIZZATO" dalla medicina ed il perchè:
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Mi permetto di informarvi da dove viene estratta la vitamina D3 (COLECALCIFEROLO) che noi ingoiamo giornalmente.
L'articolo in oggetto in parte scrive:
"La Lanolina non è un prodotto chimico di sintesi, ma di origine naturale.
LA LANOLINA è un prodotto naturale e si trova in commercio solo di origine naturale, quindi da lana di pecora.
La lanolina, anche denominata cera di lana, è una sostanza presente sulla lana della pecora.
E’ un misto di estere e acidi grassi con alcool ad alta massa molecolare."

Come sappiamo, mentre nell'uomo la vitamina D3 (COLECALCIFEROLO) è prodotta esponendosi al sole che trasmuta il COLESTEROLO in questa vitamina, sappiamo anche che negli animali la produzione è fatta sia sulle piume che sui peli, dei quali la lana.
Dato che viene estratta dalla lana, vuol proprio dire che nella lana di vitamina D3 (ORMONE) se ne trova tanta, ma se è TANTA, non riesco ad ammettere che questa vitamina possa INTOSSICARE la pecora, che se così fosse questa specie si sarebbe estinta da SEMPRE, ma non solo questa specie.
Quindi ho certezza che quanto dichiaro in questa pagina non può essere che vero:
"

Questa pagina la voglio dedicare all'INGANNO più spregevole della "medicina" dimostrabile senza ombra di dubbio, il quale si può dimostrare chiaro chiaro sulla vitamina D3 (ORMONE).
Partiamo dal fatto che lo zinco, nelle pastiglie che troviamo in commercio delle ne contengono 50 mg. di prodotto. Della melatonina delle pastiglie che contengono 10 mg. di prodotto. Quindi possiamo dedurre che la quantità di questi "ALIMENTI ESSENZIALI" 
NON CAUSANO ALCUN DANNO
in quanto con Franca questa quantità le abbiamo ingoiate per anni, anzi ultimamente di pastiglie di zinco ne ingoiamo addirittura due.

Dobbiamo partire ora da quanto recita al riguardo la pagina che riporta:
"IL FALSO MITO DELLA TOSSICITA' DELLA VITAMINA D
Ora torniamo alla strana storia della vitamina D e, in particolare, ai tentativi di renderla illegale da parte delle lobby farmaceutiche e della FDA degli Stati Uniti (l'agenzia regolatrice per farmaci ed alimenti).
Dopo la scoperta di un metodo per produrre in modo semplice ed economico grandi quantità di vitamina D2 irradiando di luce UV sulla materia organica, l'America di fine anni Venti iniziò a consumarne a palate. Decine di alimenti, compresi gli hot dog e la birra, venivano arricchiti con la vitamina D attraverso l'irraggiamento. Gli articolo di giornale parlavano del "miracolo del sole" e ne enumeravano i tanti benefici per la salute.
Secondo il resoconto di uno scienziato, fra la fine degli anni Venti ed i primi anni Trenta, una persona media assumeva 20 mg di vitamina D2 al giorno, e gli ospedali si erano rapidamente svuotati. Nessuno si ammalava più. Gli ospedali stavano andando in bancarotta, insieme ai medici ed alle case farmaceutiche. Più o meno in questo periodo, vari ricercatori stavano intraprendendo degli studi somministrando ai cani un dosaggio di gran lunga maggiore dell'equivalente umano di 20 mg al giorno. Alcuni studi indicavano che si riscontrava una leggera tossicità per dosi maggiori ai 20 mg al giorno, ma questa era per lo più causata da impurità nel processo di preparazione. In seguito, attraverso l'uso di metodi migliori, si riuscì a produrre della vitamina D2 teoricamente priva di tossicità (comunque assumere livelli molto superiori ai 20 mg come per quasi tutte le sostanze ingerite in quantità davvero eccessive, può essere pericoloso ed anche tossico. quindi occorre sperimentare con cautela).
Insomma, una versione degli eventi è che alcune figure del settore farmaceutico/medico si siano aggrappate all'idea della tossicità della vitamina D per cercare di metterla al bando. La loro prima azione fu di cambiare l'unità di misura della vitamina D2 dai milligrammi alle unità internazionali (UI) che usiamo attualmente rendendo la misurazione il più possibile confusa.
All'improvviso, 25 mg erano diventati 1.0 milione di UI...fà un'impressione molto più SPAVENTOSA!
http://acidoascorbico.altervista.org/prova1/Immagini/vitaminadluciano.htm

Ecco per cui da domani ingoio 10 pastiglie da 10000 UI con un totale di 100000 UI pari a 2.5 mg in quanto in commercio non trovo una quantità maggiore.

Questi valori si ottengono cliccando su questo link:
https://www.etoolsage.com/converter/IU_Converter.asp?Cate=1&Substance=1010&Meas1=milligram&Meas2=IU&selectUnit=0.5&Result=10000+IU+%28s%29

Naturalmente lò faccio senza paura, e ve ne comunicherò i risultati, anche perchè ho certezza che i valori di riferimento di questo ORMONE sono volutamente FALSI, ma sopratutto è FALSA la INTOSSICAZIONE in quanto come di norma, la medicina vive sulla PAURA dell'individuo.
Mai come in questo contesto detto COVID-19, lo ha dimostrato così apertamente.
http://acidoascorbico.altervista.org/prova04/Immagini/vitaminad3inganno.htm

La Lanolina non è un prodotto chimico di sintesi, ma di origine naturale.

LA LANOLINA è un prodotto naturale e si trova in commercio solo di origine naturale, quindi da lana di pecora.

La lanolina, anche denominata cera di lana, è una sostanza presente sulla lana della pecora.
E’ un misto di estere e acidi grassi con alcool ad alta massa molecolare.

La vitamina D3 è prodotta sottoponendo la lanolina a radiazioni UVB della stessa lunghezza d’onda dei raggi solari.
Questa reazione di fotosintesi naturale è la stessa di quella che si produce nel nostro organismo.

Produce dei cristalli puri di vitamina D3, i quali non contengono più alcuna lanolina, nemmeno sotto forma di tracce.
La vitamina D3 estratta dalla lanolina è quindi perfettamente naturale e non è dannosa per chi è allergico alla lana.

Per gli allergici alla Lanolina ho trovato ricerche per allergia a lanolina e riferita solo a Dermatiti da contatto, quindi riferito a contatto esterno, non da ingestione.

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28940210/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23665833/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/16823706/

Se qualcuno ha avuto problemi di allergia nell’uso della vit D di qualsiasi forma derivata da Lanolina, non è dovuta a Lanolina, ma agli eccipienti contenuti nel prodotto.

Non esistono lavorazioni sintentiche di origine animale, quindi non esiste lanolina fatta in laboratorio da zero, perché non conviene e non è nemmeno realizzabile.
La lanolina si produce a partire dalla lana di pecora, quindi è sempre un estratto naturale. Per quanto riguarda la vita della pecora da cui si estrae lanolina non esitono (o se esistono non le ho trovate) certificazioni sulla natura del territorio da esse occupato, se inquinato o meno.

La vitamina D3 (colecalciferolo), prodotta a partire dalla lanolina (un derivato animale), potrebbe essere evitata da alcuni vegani, che possono preferire invece l’uso di prodotti contenenti vitamina D2 (ergocalciferolo), di origine vegetale.

Tuttavia alcune ricerche suggeriscono comunque che la vitamina D3 sia più efficace della D2 per il mantenimento di adeguati livelli sierici, mentre altri studi indicano un’efficacia sovrapponibile. Per quanto riguarda lo stato di vitamina D nei vegetariani, è stato osservato che i vegetariani possono presentare livelli di vitamina D pari o inferiori ai non-vegetariani, comunque sempre all’interno del range di normalità.

Ragioni d’uso dei derivati animali in cosmetica

da sito Dermatology Research

Le ragioni attuali d’impiego dei derivati animali in cosmetica sono molte e complesse.

La tradizione

Nella sua ricerca di sostanze dall’ambiente che lo circondava, l’uomo non ha potuto fare a meno di considerare gli animali come una sorgente di sostanze elaborate e simili a quelle della sua fisiologia. Sia per l’alimentazione sia per la risoluzione di problemi legati alle proprie patologie che per il mantenimento, cura e modifica del proprio aspetto.

Rospi vivi impiegati nelle malattie della pelle, lumache tritate per lottare contro le irritazioni, gli usi ancestrali. Poi, i sottoprodotti derivati dall’alimentazione, quali i grassi animali. Impieghi derivati certo dall’osservazione diretta e casuale di benefici reali, in un mondo senza disponibilità di sintesi chimica controllabile dagli umani.

La tradizione d’impiego è passata indenne attraverso i secoli. La scoperta accidentale che il grasso colante dalle carni arrostite, caduto sulle ceneri potassiche del legno, produceva un detergente efficace, il sapone, ha prodotto effetti duraturi fino al nostro millennio.
La fusione degli alveari in acqua per ricavarne tutto il miele ha rivelato le proprietà emulsionanti della cera d’api, per citare sostanze ancora oggi in uso.

La complessità di sintesi

Tutti i derivati animali ancora oggi in uso in cosmesi sono miscele complesse di molecole (o di loro derivati) difficili da riprodurre sinteticamente.

Come per tutti i derivati dal mondo organico, il corteo degli accompagnanti dell’eventuale ingrediente principale è un sistema di sostanze polifunzionali, unico e irripetibile a costi accessibili. Si tratta quasi sempre di macromolecole, ottenibili con molti passaggi e scarsa resa per via sintetica o non esistenti nel mondo vegetale.

La combinazione ottimale di sostanze

Spesso il complesso di ingredienti derivati da animali costituisce un unicum con proprietà speciali. Pensiamo ad esempio alla lanolina, con proprietà auto-emulsionanti (le emulsioni sono da sempre un’aspirazione dell’uomo, circondato in natura da molti esempi meravigliosi quali il burro e il latte) ed emollienti uniche, alla propoli, il primo battericida naturale, alle secrezioni odorose di certi animali.

La derivazione dalla catena alimentare

Nella ricerca di nuove applicazioni dei materiali di scarto disponibili dalla macellazione di animali per la propria alimentazione, sono nati tutti i derivati proteici usati in cosmetica, così utili per la protezione e l’idratazione cutanea. Anche i grassi hanno subito la stessa sorte quando eccedenti rispetto al fabbisogno. La scoperta di ingredienti e attività speciali in questi prodotti ha portato all’impiego delle ceramidi, ad esempio.

 

Se l'italiano è la tua lingua leggi sotto.
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il link è: https://vitamineral.altervista.org/vitamina-d-3-estratta-da-lanolina/

 

 

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http://acidoascorbico.altervista.org/prova30/index.html

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