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L'Unione europea ha adottato un nuovo regolamento con
cui dà l'ok all'immissione in commercio in tutto il territorio dell'Unione del
cosiddetto Acheta domesticus (grillo domestico)
25 Gennaio 2023 11:02
Foto di Miriam Carraretto
Miriam Carraretto
Giornalista di attualità politico-economica
Linkedin
Da vent'anni giornalista e caporedattrice per varie testate nazionali, è autrice
di libri e contributi su progetti di sviluppo in Africa e fenomeni sociali.
Era stato annunciato, e ora il via libera alla farina di grilli diventa realtà.
L’Unione europea ha adottato un nuovo regolamento, in vigore dal 24 gennaio, con
cui dà l’ok all’immissione in commercio in tutto il territorio dell’Unione del
cosiddetto Acheta domesticus (grillo domestico), “parzialmente sgrassato”, si
legge nel documento ufficiale. Il grillo domestico in polvere parzialmente
sgrassata da oggi è quindi incluso nell’elenco dei nuovi alimenti della Ue.
Cosa prevede il regolamento Ue sulla farina di grillo
L’iter di approvazione del prodotto era iniziato l’8 luglio 2020 da parte della
Commissione Europea, che ne aveva richiesto la valutazione all’Autorità Europea
per la Sicurezza Alimentare. Il 23 marzo 2022, l’EFSA ha adottato un parere
scientifico sulla sicurezza della polvere intera parzialmente sgrassata di
grillo domestico come nuovo alimento.
Da notare che, almeno per ora, solo la società Cricket One è autorizzata a
immettere sul mercato dell’Unione il nuovo cibo, per un periodo di 5 anni a
decorrere dal 24 gennaio, a meno che un richiedente successivo non ottenga
un’autorizzazione per il nuovo alimento senza riferimento ai dati scientifici
protetti con l’accordo di Cricket One.
I dati scientifici contenuti nel fascicolo di domanda e che soddisfano le
condizioni del regolamento UE non possono essere infatti utilizzati a vantaggio
di un richiedente successivo per un periodo di 5 anni dalla data di ingresso in
vigore del regolamento senza il consenso della stessa Cricket One. Un “brevetto”
in esclusiva, insomma, che blinda il mercato, almeno per ora.
L’International Platform of Insects for Food and Feed ha accolto con favore il
via libera delle autorità degli Stati membri dell’Unione Europea, che, oltre
alla farina di grillo, punta anche ad autorizzare la commercializzazione di
formulazioni congelate e liofilizzate del verme minore della farina, il
cosiddetto Alphitobius diaperinus.
L’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha scoperto che il consumo sul
mercato di massa di polvere di grilli domestici parzialmente sgrassata è “sicuro
nelle condizioni proposte” dei livelli di utilizzo, a seguito di una revisione
avviata tre anni fa.
Non dimentichiamo che il 1° luglio 2017 è entrato in vigore il regolamento UE
2017/893, che consente alcune specie per l’alimentazione acquatica: si tratta di
BSF (Hermetia illucens), mosca comune (Musca domestica), verme della farina
gialla (Tenebrio molitor), verme della farina minore (Alphitobius diaperinus),
grillo domestico (Acheta domesticus), grillo fasciato (Gryllodes sigillatus) e
grillo campestre (Gryllus assimilis).
Le larve di BSF, ad esempio, sono estremamente ricche di proteine ??e grassi,
quindi durante la lavorazione l’obiettivo principale è separare l’olio dal resto
del pasto, motivo per cui sono molto sviluppate nelle industrie di lavorazione
della carne e del pesce.
Gli insetti in generale possono essere cotti, macinati in polvere o trasformati
in farina e utilizzati in varie ricette, dal pane alle barrette energetiche.
Inoltre, le proteine ??degli insetti sono un ottimo modo per aggiungere un
sapore unico ai piatti tradizionali, come zuppe, insalate e antipasti. Questo è
quello che dicono gli esperti, almeno.
L’elenco degli insetti commestibili è molto più lungo di quanto ci possiamo
immaginare: larve, cimici, formiche, cavallette, scarafaggi, vespe, calabroni e
molti altri occupano già un posto di rilievo nelle cucine di molte parti del
mondo.
Dove si mangiano insetti quotidianamente
La notizia degli insetti nei cibi che mangiamo regolarmente ha destato tuttavia
non poco scalpore, perché culturalmente l’idea di mangiare insetti – per
estensione concettuale in realtà, perché qui si parla pur sempre di farina – è
lontana dall’Occidente, mentre è molto presente in Asia, in Africa e in alcune
zone dell’America e dell”Oceania.
Il consumo di insetti in varie forme e tradizioni è fondamentale tra i vari
gruppi indigeni in tutto il continente africano nel suo insieme. La pratica del
consumo di insetti, tuttavia, è segnalata in declino nelle aree che hanno
adottato fonti di cibo più occidentali, tra le giovani generazioni, e nelle aree
in cui l’accesso agli insetti è diminuito, a causa dell’aumento della
popolazione come nelle città o a causa ai cambiamenti climatici, secondo quanto
riporta la rivista Insects.
In Asia, in Cina, in Vietnam e in Giappone in particolare, oltre alla radicata
tradizione del calabrone mangiato in varie forme, anche l’industria degli
insetti commestibili va a gonfie vele, con molte nuove aziende che offrono
polveri di insetti, farine, snack e infusi. In America, in Brasile nello
specifico, alcuni dei migliori chef al mondo hanno inserito gli insetti nei loro
menu di degustazione: tra questi c’è Alex Atala, il cui ristorante D.O.M. di San
Paolo è considerato uno dei migliori al mondo.
Quali saranno i superfood del 2023
E in Italia? L’Alto Adige apre la strada?
In Italia c’è molta resistenza. Secondo un sondaggio Ixè/Coldiretti, solo il 24%
dei nostri connazionali è favorevole alla commercializzazione della farina di
grilli, mentre il 54% è contrario. Eppure, mangiare insetti, pratica nota come
entomofagia, come abbiamo visto è un’azione antica e sempre più comune che
prende forma in molte forme diverse in tutto il mondo.
Uno spiraglio di apertura arriva però dall’Alto Adige, dove la rappresentante
degli agenti di commercio di Confesercenti Alto Adige, Monika Walch, ha
commentato: “Perché no? Il gusto della farina di grillo è ottimo, con un leggero
sentore di nocciola che ben si sposa con molti ingredienti, anche nei piatti più
tradizionali. Inoltre è molto nutriente, con oltre il 65% di proteine
??complete, costituite da tutti e 9 gli aminoacidi essenziali, tutti con meno
grassi saturi e colesterolo rispetto ad altri alimenti“. Presto dunque troveremo
la farina di grillo nello strudel di mele, nello schüttelbrot e in altre
specialità altoatesine? Forse.
I vantaggi del mangiare gli insetti e i loro derivati
Il punto è che, se consideriamo una prospettiva di sostenibilità e di salute,
gli insetti sono decisamente meglio della carne, ad esempio. Cricket one, la
società che ha presentato la domanda di autorizzazione originale per il
commercio nell’Unione europea, afferma che gli insetti sono “nutrizionalmente
più efficienti” degli animali e fungono da “fonte di proteine ??alternative” più
affidabile.
Posto che è sempre più forte la consapevolezza dell’impatto del bestiame sul
cambiamento climatico, in tutto il mondo si stanno moltiplicando le proposte per
aumentare il consumo di insetti.
La produzione di proteine ??di insetti utilizza molta meno acqua, terra ed
energia rispetto a qualsiasi proteina derivata dal bestiame. Prendendo come
esempio solo l’utilizzo dell’acqua, per creare un chilo di proteine ??del grillo
sono necessari circa 3,8 litri d’acqua, rispetto ai circa 7 litri per produrre
la quantità equivalente di carne bovina.
Pertanto, la farina di grillo diventa strategica come ingrediente di alta
qualità e a basso costo per aumentare la produttività dell’industria alimentare
e della catena alimentare umana in generale, grazie alla circolarità della
produzione e alla sua incredibile flessibilità come parte di una dieta
nutriente.
La funzione principale della farina di grilli negli alimenti è, a tendere,
quella di sostituire la carne, poiché fornisce una maggiore concentrazione degli
stessi nutrienti chiave: proteine ??complete facilmente digeribili, con i 9
aminoacidi essenziali, vitamina B12, ferro e una potente fibra prebiotica
chiamata chitina. Inoltre, è molto più pulita e sostenibile. In altre parole, la
polvere di grillo viene considerata la fonte proteica più sostenibile e completa
mai scoperta.
Il World Economic Forum ha spesso promosso l’idea di fonti alimentari
alternative nel tentativo di ridurre le emissioni di carbonio. “Gli insetti sono
una fonte proteica alternativa credibile ed efficiente che richiede meno risorse
rispetto all’allevamento convenzionale”, spiega l’organizzazione internazionale.
“Gli studi suggeriscono che per la stessa quantità di proteine ??prodotte, gli
insetti, in particolare i vermi della farina, richiedono molta meno terra
rispetto ad altre fonti di proteine ??animali”. Non solo: uno studio sui grilli
suggerisce che sono due volte più efficienti nel convertire il cibo in carne
rispetto al pollo.
Torna anche alla mente l’immagine della nostra Samantha Cristoforetti, che, in
uno dei suoi ormai iconici video su TikTok dalla Stazione Spaziale
Internazionale, mangia uno snack di “grillo al mirtillo”, e dice: “Vi porterò
all’ultima frontiera del cibo”. La barretta è prodotta infatti con farina di
grillo, e AstroSamantha la mastica con gusto sottolineando che “è buona per te e
per il pianeta”. Nel mondo, concludeva, “2 miliardi di persone già si nutrono di
insetti. Alcune specie sono considerate delle prelibatezze, perché sono ricche
di nutrienti e sostenibili dal punto di vista ecologico. Perché non le provate
anche voi?”.
Palese è che siamo di fronte a un limite oggettivo: gli attuali sistemi agricoli
non riescono a nutrire la popolazione globale in modo sostenibile. Problema che
probabilmente si aggraverà con la crescente domanda di proteine ??in tutto il
mondo. A dire il vero, la domanda di prodotti a base di insetti è già molto
superiore all’offerta disponibile. Nel 2022, 3 miliardi di persone non si sono
potute permettere un’alimentazione sana e 1 miliardo di persone sono state
denutrite o non hanno ricevuto abbastanza calorie.
Non solo farina di grilli: mangiamo già insetti e non lo sappiamo. Ecco in quali
cibi
Mangiare insetti fa male? Cosa sappiamo sui possibili rischi di reazioni
allergica
C’è da dire però che alcuni studi parlano di “prove pubblicate limitate
sull’allergia alimentare correlata agli insetti in generale” e collegano l’Acheta
domesticus a diversi eventi di anafilassi, quindi a reazioni allergiche
potenzialmente gravi e anche mortali in casi limitati.
Secondo alcune ricerche condotte dal New York Allergy and Sinus Center, “non è
raro sperimentare l’anafilassi mangiando grilli”. Le persone allergiche ai
crostacei, affermano gli studi, “possono sviluppare un’allergia ai grilli”
perché le specie condividono molte delle stesse proteine. Coloro che soffrono di
allergia agli scarafaggi “possono reagire anche ai grilli”. Mentre questi
insetti sono dunque considerati sicuri e sani da mangiare in generale, “per
coloro che sono allergici rappresentano una seria minaccia”.
La stessa Autorità per la sicurezza alimentare aveva rilevato che il consumo di
questo nuovo alimento “può innescare una sensibilizzazione” alle proteine
??dell’insetto e ha raccomandato ulteriori ricerche. Ma poiché le prove sulle
reazioni allergiche scatenate dalla polvere di grilli sono state valutate dalla
Commissione europea “inconcludenti”, Bruxelles ha deciso che “non erano
necessari requisiti specifici di etichettatura” nell’elenco UE dei nuovi
alimenti autorizzati.
In quali prodotti potremo trovare la farina di grillo
Secondo il nuovo regolamento Ue approvato e in vigore dal 24 gennaio, la polvere
di grilli sarà ora consentita in prodotti alimentari di consumo quotidiano, come
pane, cracker, biscotti.
Ecco nel dettaglio in quali prodotti e in quali quantità (su 100 gr.) potremo
trovare farina di grillo, su tutto il territorio dell’Unione europea:
Pane e panini multicereali, cracker e grissini (max 2 gr.)
Barrette di cereali (max 3 gr.)
Premiscelati per prodotti da forno (secchi) (max 3 gr.)
Biscotti (max 1,5 gr.)
Prodotti a base di pasta (secchi) (max 0,25 gr.)
Prodotti a base di pasta ripiena (secca) (max 3 gr.)
Salse (max 1 gr.)
Prodotti trasformati a base di patate, piatti a base di legumi e verdure, pizza,
piatti a base di pasta (max 1 gr.)
Siero di latte in polvere (max 3 gr.)
Analoghi della carne (max 5 gr.)
Minestre e minestre concentrate o in polvere (max 1 gr.)
Snack a base di farina di mais (max 4 gr.)
Bevande simili alla birra (max 0,1 gr.)
Dolci al cioccolato (max 2 gr.)
Frutta a guscio e semi oleosi (max 2 gr.)
Spuntini diversi dalle patatine (max 5 gr.)
Preparazioni di carne (max 2 gr.).
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