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E' bene valutare i vari rapporti consigliati dall'articolo in oggetto.
1. Rapporto HDL/ colesterolo totale
La percentuale di HDL (il cosiddetto colesterolo buono) è un fattore di rischio
importante.
Dividi il valore dell’HDL per quello del colesterolo totale, la percentuale
dovrebbe idealmente superare il 24%
2. Rapporto trigliceridi/ HDL
I trigliceridi sono la principale componente del tessuto adiposo e servono sia
come fonte di energia di riserva sia come isolante termico che ci protegge dalle
basse temperature.
Anche il fegato è in grado di sintetizzarli partendo da altri nutrienti come le
proteine e il glucosio.
Questo spiega perché una dieta troppo ricca di zuccheri e carboidrati causa un
innalzamento dei livelli di trigliceridi nel sangue, quella che in termine
medico viene definita ipertrigliceridemia.
Il livello dei trigliceridi si calcola come nel caso precedente e il rapporto
dovrebbe essere meno di 2.
3. Livelli di insulina a digiuno
Le malattie cardiovascolari hanno tra le cause principali l’insulino resistenza
che è causata principalmente da una dieta troppo ricca di zuccheri e carboidrati
raffinati.
Gli zuccheri (non il colesterolo e i grassi saturi) sono la causa principale.
Ad esempio test clinici hanno dimostrato che il fruttosio e lo sciroppo di mais
ad alto contenuto di fruttosio possono aumentare notevolmente il rischio di
malattie cardiache in meno di due settimane di consumo quotidiano.
Qualsiasi pasto ricco di zuccheri e carboidrati come zucchero, fruttosio e
farinacei genera un aumento del picco glicemico con conseguente rilascio di
insulina da parte del pancreas.
L’insulina ha il compito di ripulire il sangue dallo zucchero in eccesso e
trasportarlo nelle cellule dove viene immagazzinato sotto forma di grasso.
L’insulina rilasciata nel sangue, quindi, promuove l’accumulo di grasso e rende
più difficile smaltire quello già accumulato.
Il grasso in eccesso, soprattutto quello viscerale, è una delle maggiori cause
di malattie del cuore.
4. Livelli dello zucchero nel sangue a digiuno
Le ricerche hanno evidenziato che, se i livelli di zucchero nel sangue a digiuno
superano i 100-129 mg/dl, il rischio di malattie cardiovascolari aumenta del
300% rispetto a livelli inferiori a 79 mg/dl.
5. Livelli del ferro
Un livello elevato di ferro nel sangue può essere un potente fattore di stress
ossidativo perché può danneggiare i vasi sanguigni e causare malattie cardiache.
Idealmente i valori della ferritina non dovrebbero superare gli 80 ng/ml.
Il modo più semplice per diminuire i livelli di ferro troppo elevati è donare il
sangue.
Se questo non fosse possibile, si può valutare con il proprio medico una
possibile terapia alternativa per eliminare l’eccesso di ferro come la
flebotomia terapeutica (che altro non è che il buon vecchio salasso dei tempi
antichi).
Nelle donne in età fertile, in genere, i livelli del ferro sono tenuti
naturalmente sotto controllo dal ciclo mestruale (che anzi potrebbe causare
anemia se il ferro perso con il ciclo non viene reintegrato con l’alimentazione)
ma questo cambia al momento dell’arrivo della menopausa.
In questa fase, infatti, le donne sono più soggette al rischio di accumulare
elevati livelli di ferro che vanno quindi monitorati periodicamente in modo da
intervenire in caso di necessità.
6. Livello dell’omocisteina
L’omocisteina è una sostanza chimica che viene prodotta dal corpo durante la
metilazione, il processo del metabolismo della metionina, implicato anche nella
conversione dei nutrienti attraverso le interazioni enzimatiche.
È un prodotto di scarto che normalmente viene trasformato in una sostanza
innocua utile all’organismo.
Tutti abbiamo omocisteina nel sangue ma il problema sorge quando non viene
metabolizzata nel modo adeguato e si accumula all’interno dell’organismo creando
il fenomeno dell’iperomocisteinemia.
Si creano così dei sottoprodotti di scarto che portano ad un aumento
dell’infiammazione e dello stress ossidativo e causano squilibrio nel sistema
cardiovascolare, neurologico ed endocrino.
Per conoscerne il valore, è sufficiente far inserire questo esame del sangue tra
quelli richiesti dal proprio medico.
7. La circonferenza del punto vita
Come accennato in precedenza, il grasso viscerale, cioè posizionato a livello
dell’addome, che circonda e comprime gli organi interni, è un fattore di rischio
ben riconosciuto per il cuore.
Per questo esame non ti serve il medico ma solo un centimetro da sarto o
comunque un centimentro a nastro non elastico.
La misurazione deve essere fatta in corrispondenza del punto vita quindi poco
sopra l’ombelico e va fatta senza vestiti indosso.
Il rischio é:
molto basso per circonferenze del punto vita fino a 80 cm per gli uomini e 70
per le donne
moderato per circonferenze del punto vita fino a 99 cm per gli uomini e 89 per
le donne
elevato per circonferenze del punto vita fino a 120 per gli uomini e 109 per le
donne
molto elevato per circonferenze del punto vita oltre i 120 per gli uomini e 110
per le donne
Questi valori non sono validi per i bambini, per le persone di bassa statura (al
di sotto del metro e mezzo) e non sono applicabili ai culturisti che sviluppano
una gran massa muscolare che può falsare i risultati e quindi la misurazione
deve essere fatta in associazione con altri fattori.
Si tratta di un esame semplice, economico e, per quanto empirico, considerato
molto attendibile.
Quindi è buona norma mantenere sotto controllo la cinconferenza del punto vita
che sulla nostra salute può dirci molto di più della bilancia.
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il link è:
https://www.thesautonapproach.it/colesterolo-guida-definitiva/?fbclid=IwAR2cAtywXxD0P_gWT2S9aZVfNqo1fj5pSV8rqKV9zR5jxDDUGKPemQO337I#miti-grassi-saturi-colesterolo
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