bisfenolo A

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Prima di procedere nella informazione è consigliabile vedere questo video molto interessante ed istruttivo al riguardo dell'acqua in bottiglia e l'acqua del rubinetto:  Clicca QUI

Ciao, oggi pensiamo ai nostri figli. Ti propongo quanto ci ha passato Massimo onde farci sapere come dobbiamo comportarci con questo BISFENOLO A molto pericoloso per la loro salute. Sappiamo benissimo che oltre i divieti esistono le "permissività" quindi il mio consiglio è di porre molta attenzione a quanto descritto nell'articolo sotto.

Colgo l'occasione per porgerti i miei migliori auguri di una buona continuazione di vita.

ciaooo Franco

ATTENZIONE, ATTENZIONE, ATTENZIONE IL PERICOLO E' REALE E GIA' LO TENIAMO IN CASA.
SI CHIAMA BISFENOLO A, UN PRODOTTO CHIMICO CANCEROGENO.
Gli " AROMI" o "AROMI NATURALI" li possiamo evitare lasciandoli sugli scaffali, ed è ANCORA PEGGIO della COCACOLA, in quanto anche questa se vuoi la eviti, ma il BISFENOLO A, NO, come fai?
Sei organizzato ad usare gli oggetti che lo contengono in ogni occasione della giornata sopratutto in casa!
CERTO E' NEGLI OGGETTI SI PLASTICA E PEGGIO ANCORA NELLE BOTTIGLIE DELL'ACQUA, LATTINE E BARATTOLI DI LATTA PER BEVANDE ED ALIMENTI.
NON HO PIU' PAROLE per descrivere il mio disappunto!
Lascio a voi capire il perchè di questa mia forte delusione nell'interpretare il comportamento così abominevole del mio simile nascondendosi dietro alla parola SCIENZA, quindi alle PROVE SCIENTIFICHE, VERE O FALSE.
Ecco perchè la STRAGE di TIROIDI nella popolazione IGNARA, ma poi dopo aver INCASSATO per l'asportazione, ecco l'"EUTORIX" A VITA con lauti guadagni garantiti.
"La scheda
Il Bisfenolo A (BpA) costituisce oltre il 70% del materiale plastico conosciuto con il nome di policarbonato, e per rendersi conto si tratta di una produzione annua pari a di 3 milioni di tonnellate nel mondo.
Si tratta del principale componente del policarbonato utilizzato per imballaggi e contenitori, ed è anche un componente delle resine epossifenoliche, impiegate nel rivestimento interno delle scatolette di metallo di alimenti e bibite, dei coperchi dei vasetti di omogeneizzati e di bottiglie di vetro. E’ anche presente nelle stoviglie di plastica e in diversi contenitori per alimenti nei serbatoi domestici dell’acqua potabile e nei tini per il vino ed è classificato come interferente endocrino ( ovvero sostanze che possono entrare in conflitto con le sostanze ormonali dell’uomo) e può interferire anche con la tiroide."
La parte la trivi sull'articolo sotto.
E non venitemi a dire che questo BISFENOLO A BPA non è messo nei prodotti di plastica per AMMALARE ED ELIMINARE LE PERSONE, COME PROGETTATO A TAVOLINO da scienziati SCELLERATI ED IMMONDI.
Basta cliccare sul link, leggere la tabella e giudicate voi stessi.
Non ci vuole molta cosidetta: SCIENZA per capirlo, vero?

http://digilander.libero.it/genfranco5/Immagini/bisfenoloAbpa.htm

Ormai siamo abituati a bere acqua da bottiglie in plastica,sia per comodità,sia perchè ci viene maggiormente proposta. Ecco La verità che si nasconde dietro.
Quante volte siete fuori e pensate: “Vorrei proprio bere dell’acqua adesso”. Per cui entrate in un negozio e ne comprate una bottiglia, in genere una di quelle leggere in PET, anche perché spesso non se ne trovano altre. È semplice portarsele dietro mentre si corre o si viaggia. E proprio su queste bottiglie l’organizzazione Storyofstuff ha realizzato un video informativo. Viene fuori abbastanza chiaramente quale sia l’impatto delle bottiglie di plastica sulle nostre vite. Di seguito i punti salienti:
Una situazione che conosciamo molto bene e che possiamo definire l’altro lato della medaglia: un paesaggio meraviglioso come quello di una spiaggia, pieno di rifiuti e bottiglie di plastica. Un ambiente pericoloso anche per gli animali, che possono soffocare a causa di questi scarti abbandonati in giro.
Perché mai beviamo l’acqua nelle bottiglie di plastica? Al giorno d’oggi sono in molti a sapere che i residui di olio che si usano per produrre la plastica sono dannosi per la salute. Durante un test a Detroit, negli Stati Uniti, è stato scoperto che le costose bottigliette da 2$ contengono in realtà una qualità d’acqua inferiore a quella erogata dal rubinetto e persino il sapore è più scadente. Ma allora come mai la gente continua a preferirle?
I produttori vendono le bottiglie d’acqua a un prezzo di mercato che è 2.000 volte superiore al costo dell’acqua del rubinetto. Chi pagherebbe 10.000€ per un panino solo perché è confezionato nella plastica? Negli anni Settanta le società che ottenevano i ricavi maggiori in questo mercato erano quelle che vendevano bibite analcoliche, come la Coca Cola.
Ma quando si scoprì che queste bevande non facevano bene, si riprese a bere l’acqua del rubinetto. Per far fronte a questo cambiamento nel comportamento di consumo, queste stesse società iniziarono a vendere acqua in bottiglia. Ma la reazione non fu delle migliori, alla gente sembrava che provassero a mettere in vendita l’aria. Per cui la domanda venne creata artificialmente. Si iniziò a insinuare il dubbio che bere acqua del rubinetto non fosse salutare e che l’uso migliore restasse quello per l’igiene della casa e della persona. Poi vennero associate al prodotto immagini piene di colori, con montagne incontaminate.
Foto che suggeriscono la purezza dell’acqua. Da notare il paradosso, essendo quella in bottiglia, semplicemente acqua del rubinetto filtrata. Per non parlare del contenitore in cui viene venduta: la plastica è uno dei fattori di maggior rischio per l’ambiente. Non può essere distrutta. Il problema principale sta nella produzione delle bottiglie. Le grandi quantità di petrolio richieste corrispondono a quelle necessarie per le automobili negli Stati Uniti. La diffusione a livello internazionale è poi un altro fattore, viene fuori un numero pazzesco se si considera che si usa una bottiglia ogni 2 minuti.
Il problema successivo è lo smaltimento: anche se c’è un simbolo per il riciclo sulle bottiglie, questi prodotti non vengono rigenerati poi così spesso.
L’80% delle bottiglie finisce nella spazzatura e ci vogliono circa 1.000 anni prima che si decompongano. Nel caso vengano bruciate si creano ulteriori disastri ambientali. Quando i resti vengono gettati nei cassonetti per il riciclo, succede che interi carichi di bottiglie vuote vengano trasportate fino all’India e restino in cumuli insieme ad altre. Anziché essere riciclate, vengono declassate a prodotti di qualità più bassa che, ovviamente, in un secondo momento, finiranno a loro volta nei cassonetti.
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Chi usa le bottiglie di plastica lo deve fare seguendo questi 3 passaggi: paura, tentazione e disinformazione. In molti posti, l’acqua del rubinetto (la peggior nemica dell’industria delle bibite) non si può bere, ma questo è causato, in parte, anche dalle fabbriche dove si processa l’imbottigliamento dell’acqua stessa. Eliminano i liquidi di scarto nei fiumi. Come si può fronteggiare quest’industria?

http://acidoascorbico.altervista.org/prova5/Immagini/acquavelenosa.htm

Generalmente è sconsigliabile l’acquisto di acqua in bottiglie di plastica. Questo sconsiglio non deriva soltanto dall’aspetto ecologico, ma anche per il bene della nostra salute. Ormai anche i sassi sanno che l’uso indiscriminato della plastica ha causato (e causa) non pochi danni all’ambiente. La plastica è una sostanza che il nostro pianeta fà fatica a metabolizzare, più o meno come un alimento che facciamo fatica a digerire.
Nel caso comunque si decida di bere l’acqua nelle bottiglie di plastica sarebbe opportuno controllare prima le etichette.
Perché
Le lettere presenti nel simbolo del riciclo, come PP e HDP, ci dicono tanto sulla plastica stessa. Questo è quello che bisogna sapere:
Se nell’etichetta c’è scritto PET o PETE (Polietilene tereftalato), la plastica delle bottiglie può aver contaminato l’acqua con metalli e sostanze chimiche in grado di influenzare l’equilibrio ormonale nel vostro corpo.
Se nell’etichetta c’è scritto HDP o HDPE (Polietilene ad alta densità), l’acqua presente nella bottiglia molto probabilmente non è stata contaminata da nessuna sostanza nociva.
Se nell’etichetta c’è scritto 3V o PVC (Cloruro di polivinile), non bisogna assolutamente bere quell’acqua. Questo tipo di plastica rilascia sostanze chimiche tossiche che influenzano il nostro equilibrio ormonale.
Se nell’etichetta c’è scritto LDPE (Polietilene a bassa densità) è molto strano. Perché l’LDPE è usato soltanto per fare i sacchetti di plastica.
Scritto da: Alessandro Pecora

http://acidoascorbico.altervista.org/prova5/Immagini/acquainplasticac.htm

L'acqua in bottiglia LEGGETE!!
L’acqua in bottiglia lasciata nella vostra automobile è molto dannosa!
È stata identificata come la causa più comune dell’elevato tasso di diossina nella formazione del cancro al seno. Un oncologo ha detto: “ le donne non dovrebbero bere l’acqua dalle bottiglie lasciate nelle automobili. Il calore reagisce con i prodotti chimici della plastica che libera la diossina nell’acqua.” La diossina è una tossina che trova un buon alloggio nel tessuto e genera il cancro al seno. Quindi dovreste essere molto prudenti e non bere mai l’acqua lasciata in automobile se c’è la bottiglia di plastica.
Fate passare il messaggio a tutte le donne che conoscete.
Abbiamo bisogno di diffondere queste informazioni che possono salvare delle donne! Utilizzate una borraccia in acciaio inossidabile o una bottiglia di vetro al posto di quella di plastica!
Fatelo sapere anche a chi una figlia o un figlio se vi pare!
Questa informazione circola dal centro medico dell’esercito. Non mettere i recipienti e gli imballaggi di plastica nel microonde. Né la bottiglia d’acqua nel congelatore. La diossina causa il cancro specialmente quello al seno. La diossina inquina tantissimo le cellule del vostro corpo. Non congelare le vostre bottiglie di plastica con l’acqua così che non liberi diossina dalla plastica.
Il primario della clinica del benessere nell’ospedale di Castle, Edward Fujimoto ha parlato della diossina ed è quindi malvisto. Egli ha detto non dovremmo mai riscaldare il nostro cibo nel microonde, soprattutto nei recipienti di plastica perché la combinazione delle alte temperature libera la diossina nel cibo e di conseguenza nel nostro corpo. Raccomanda invece di utilizzare recipienti di vetro come il pyrex o Corning o recipienti in ceramica, si ottiene lo stesso risultato ma senza diossina. La carne o le zuppe istantanee dovranno essere tolte dal recipiente e riscaldate con qualcos’altro. La carta non è malvagia ma non sapete cosa contiene. È più sicuro utilizzare il vetro soprattutto per riscaldare. Vi ricordiamo che i fast-food hanno modificato i loro imballaggi per diversi problemi di cui la diossina è una delle ragioni. È anche molto dannoso il film plastico (PVC) per rinvolgere e riscaldare il cibo nel microonde. È come una bomba atomica nel cibo, il calore eccessivo miscela la tossina velenosa del film ai cibi. È meglio coprire il cibo con un tovagliolo di carta.
Questo articolo dovrebbe essere inviato a tutte le persone importanti della vostra vita.
Postato 15th May 2011 da Patrizia Poliseno
http://acidoascorbico.altervista.org/prova03/Immagini/acquainplastica.htm

L’acqua in bottiglia lasciata nella vostra automobile è molto dannosa!
È stata identificata come la causa più comune dell’elevato tasso di diossina nella formazione del cancro al seno.
Un oncologo ha detto: “ le donne non dovrebbero bere l’acqua dalle bottiglie lasciate nelle automobili.
Il calore reagisce con i prodotti chimici della plastica che libera la diossina nell’acqua.” La diossina è una tossina che trova un buon alloggio nel tessuto e genera il cancro al seno. Quindi dovreste essere molto prudenti e non bere mai l’acqua lasciata in automobile se c’è la bottiglia di plastica. Fate passare il messaggio a tutte le donne che conoscete.
Abbiamo bisogno di diffondere queste informazioni che possono salvare delle donne! Utilizzate una borraccia in acciaio inossidabile o una bottiglia di vetro al posto di quella di plastica!
Questa informazione circola dal centro medico dell’esercito. Non mettere i recipienti e gli imballaggi di plastica nel microonde. Né la bottiglia d’acqua nel congelatore. La diossina causa il cancro specialmente quello al seno. La diossina inquina tantissimo le cellule del vostro corpo. Non congelare le vostre bottiglie di plastica con l’acqua così che non liberi diossina dalla plastica. Il primario della clinica del benessere nell’ospedale di Castle, Edward Fujimoto ha parlato della diossina ed è quindi malvisto. Egli ha detto non dovremmo mai riscaldare il nostro cibo nel microonde, soprattutto nei recipienti di plastica perché la combinazione delle alte temperature libera la diossina nel cibo e di conseguenza nel nostro corpo. Raccomanda invece di utilizzare recipienti di vetro come il pyrex o Corning o recipienti in ceramica, si ottiene lo stesso risultato ma senza diossina.
La carne o le zuppe istantanee dovranno essere tolte dal recipiente e riscaldate con qualcos’altro. La carta non è malvagia ma non sapete cosa contiene. È più sicuro utilizzare il vetro soprattutto per riscaldare.
Vi ricordiamo che i fast-food hanno modificato i loro imballaggi per diversi problemi di cui la diossina è una delle ragioni. È anche molto dannoso il film plastico (PVC) per rinvolgere e riscaldare il cibo nel microonde. È come una bomba atomica nel cibo, il calore eccessivo miscela la tossina velenosa del film ai cibi. È meglio coprire il cibo con un tovagliolo di carta.

http://acidoascorbico.altervista.org/prova03/Immagini/acquainplasticab.htm

Acqua di Nepi (Nepi, Viterbo): per questa nota acqua minerale (gruppo San Benedetto) il valore anomalo riscontrato è stato quello del Berillio (una sostanza molto tossica, classificata tra le sostanze cancerogene di classe A dall’Environmental Protection Agency – USA – che non dovrebbe superare i 4 mcg/l), nella quantità di 4.69 mcg/litro (non esistono attualmente dei limiti per questa sostanza in Italia nè in Europa). A questo si aggiunge anche una eccessiva presenza di Alluminio (237 mcg/l contro i 200 mcg/l consentiti per le acque potabili) e di Fluoro (1.64 mg/l contro 1.5 mg/l consentiti per le acque potabili e per la prima infanzia). In questo caso non mancheremo di pubblicare, appena disponibili, le nuove analisi che il gruppo sta effettuando sull’acqua di Nepi e che verranno rese note in autunno.
Acqua Claudia (Anguillara Sabazia, Roma) Egeria, Lavaredo e Sandalia: come per l’acqua di Nepi (le due fonti si trovano a circa 30 km di distanza l’una dall’altra) anche nell’acqua Claudia è stata riscontrata una presenza eccessiva di Fluoro (1.52 mg/l contro 1.5 mg/l consentiti). Stesso discorso per la fonte romana dell’acqua Egeria (1.71 mg/l). 1.75 mg/l di Fluoro sono stati invece riscontrati nell’acqua Lavaredo (S. Candido, Bolzano). Ma il dato più ‘importante’ è stato riscontrato dall’acqua Sandalia (Villasor, Cagliari), con una presenza di Fluoro di ben 7.93 mg per litro.

http://acidoascorbico.altervista.org/prova5/Immagini/acquabtginquinata.htm

01-03-11

SALUTE: DA OGGI STOP AL BISFENOLO A NEI BIBERON.

(ASCA) - Roma, 1 mar - Entra in vigore oggi 1° marzo il divieto alla fabbricazione nell'Unione europea di biberon contenenti Bisfenolo A (BPA), sostanza potenzialmente molto pericolosa. Il BPA e' ampiamente utilizzato nella produzione di biberon in plastica. Se il Divieto di fabbricazione parte dal 1° marzo il divieto di commercializzazione e importazione di biberon contenenti BPA scatta dal 1° giugno: lo stabilisce una direttiva Ue (2011/8/EU), adottata alla fine di gennaio.

''Oggi è una data molto significativa - afferma Eva Alessi, responsabile sostenibilità del WWF Italia - perché segna un traguardo importante anche per il WWF nella salvaguardia della salute pubblica e dell'ambiente.

L'obiettivo raggiunto è fondamentale perché riduce - ma non elimina - l'esposizione della parte più vulnerabile della nostra popolazione, i bambini, ad una sostanza di cui sono sempre più evidenti gli effetti avversi. Infatti nel valutare i rischi per i bambini, bisogna considerare, oltre alla contaminazione dovuta al contatto diretto del biberon con il latte, anche altri apporti derivanti dalla contaminazione ambientale dovuta all'uso del bisfenolo A come additivo delle plastiche in moltissimi altri oggetti''.

 

''Da anni il WWF, in accordo con la comunità scientifica, sollecita una regolamentazione più severa per gli interferenti endocrini (Ie) che impattano sulla vita dei bambini e degli adulti - aggiunge - e sono ormai considerati contaminanti ubiquitari. La lista degli Ie è lunga e comprende oltre al bisfenolo A anche, tra gli altri, le diossine, i ritardanti di fiamma utilizzati in apparecchiature elettroniche e nelle tappezzerie, nonché diversi pesticidi. Una crescente quantità di dati scientifici ritiene che il feto ed il bambino siano particolarmente a rischio anche in presenza di dosi di interferenti endocrini molto più basse di quelle che causano effetti nell'adulto e per questo urge che la UE metta in atto una regolamentazione più severa''.

 

Piccole quantità di BPA possono essere rilasciate dai biberon nel latte nel momento in cui questi contenitori vengono riscaldati a temperature elevate.

 

Studi scientifici dimostrano come fino a 6 mesi di vita il sistema di eliminazione del BPA di un bambino non sia sviluppato come quello di un adulto e raggiunga la stessa capacità dell'adulto solo gradualmente.

 

La loro esposizione al BPA può quindi essere molto alta, soprattutto se il latte materno viene somministrato usando biberon di policarbonato, essendo il latte stesso (materno o artificiale) l'unica fonte di nutrimento per i bambini per almeno i primi quattro mesi.

 

Il ritiro dovrebbe essere completato entro la metà del 2011. Gli Stati membri hanno ora il compito di comunicare alla Commissione le misure giuridiche che verranno messe in atto a livello nazionale per adeguarsi alle disposizioni della direttiva.

 

Effetti sulla salute

Il Bisfenolo A altera l'attività dell'apparato endocrino attivando i recettori degli ormoni e può quindi avere effetti negativi sulla salute se il dosaggio è elevato.

Studi sperimentali hanno dimostrato che il bisfenolo A mima l’azione degli estrogeni, essenziali nello sviluppo cerebrale, a tal punto che anche dosi minime di questa sostanza possono inibire del tutto l’azione degli estrogeni sulla crescita neuronale.

Si stima che 0,23 parti per trilione di bisfenolo A possano avere effetti inibitori sullo sviluppo neuronale nei feti a pochi minuti di distanza dall’assunzione.

Si tende a pensare che le plastiche siano composti stabili, mentre il legame chimico tra le molecole di bisfenolo A è altamente instabile, e quindi c’è un elevato rischio che la sostanza si diffonda nell’acqua, nelle bevande o nel cibo che sono a contatto con le materie plastiche nelle quali è contenuta.

Il Bisfenolo A è stato inoltre correlato allo sviluppo di numerose altre patologie a carico degli apparati riproduttori, della prostata e della mammella.

Comunque in seguito all’esposizione al BPA il corpo umano metabolizza ed elimina questa sostanza rapidamente. Il Bisfenolo A ha anche effetti nocivi sul cuore: il meccanismo alla base di tale effetto nocivo è stato studiato usando tecniche di imaging cellulare.

Il BPA stimola la contrazione degli estrogeni e rapidamente modifica il controllo delle concentrazioni di calcio libero dentro le cellule del cuore, ma solo nelle cellule del cuore femminili.

Esso provoca un aumento del rilascio di calcio dal reticolo sarcoplasmatico (la parte del muscolo cardiaco che immagazzina e rilascia gli ioni di calcio) rilascio che è la causa delle aritmie. Esse possono avere altre conseguenze dannose, in particolare un attacco di cuore.

Gli studi condotti mostrano una chiara evidenza di effetti endocrini e consentono di definire una dose massima tollerabile giornaliera (TDI) di 0,05 mg/kg p.c.; per contro la valutazione della possibile esposizione umana attraverso i materiali a contatto con gli alimenti esclude un rischio significativo di eccedere la TDI. Lo U.S. National Institute of Environmental Health Sciences ha prodotto nell'aprile 2008 una bozza di valutazione del rischio per la salute umana conseguente all'esposizione complessiva attraverso gli alimenti, i prodotti di consumo e l'ambiente di vita.

Il documento ha comparato gli effetti del BPA negli studi sperimentali, e le relative relazioni dose-risposta, con le informazioni disponibili sui livelli di esposizione umana, compresi gli studi - tuttora limitati - di epidemiologia e monitoraggio biologico. Le conclusioni escludono qualunque rischio -agli attuali livelli di esposizione- per la salute riproduttiva dell'adulto o per l'esito della gravidanza. Tuttavia, permangono alcune preoccupazione per il rischio di effetti a lungo termine sullo sviluppo endocrino, neurocomportamentale e riproduttivo in seguito ad esposizione in utero e/o durante l'infanzia.

Le prime evidenze dell'interazione ormonale del BPA vengono dagli esperimenti condotti sui ratti effettuati negli anni trenta, ma dobbiamo aspettare il 1997 per per avere prove sugli effetti avversi delle esposizioni a bassi dosaggi su animali da laboratorio. Da allora, le interazioni con il sistema endocrino sono state indagate e più di 100 studi sono stati pubblicati sull'argomento.

Recentemente, gli studi hanno dimostrato la sua tossicità, effetti cancerogeni, effetti neurotossici tanto da essere eliminato da molti prodotti, soprattutto quelli per i bambini, come biberon e giocattoli. Studi recenti lo hanno correlato ad un maggior rischio di obesità dando impulso per l'attività delle cellule di grasso. Hanno confermato che esposizioni prolungate durante l'adolescenza possono favorire lo sviluppo di tumori. Nonostante le evidenze scientifiche, gli enti come lo U.S. Environmental Protection Agency e la International Agency for Research on Cancer americano non hanno ancora classificato il Bisfenolo A come possibile cancerogeno per l'uomo.

Il primo studio incrociato sugli effetti sulla salute dell'uomo in seguito all'esposizione al Bisfenolo A è stato pubblicato da Iain Lang ed i suoi colleghi nel Journal of the American Medical Association. Uno studio che ha coinvolto quasi 1500 persone ha valutato l'esposizione al bisfenolo A guardando i livelli di questa sostanza nelle urine. Gli autori hanno trovato che "elevati livelli di bisfenolo A erano significativamente associati a malattie cardiache, diabete e livelli anormalmente elevati di alcuni enzimi epatici". Un editoriale sullo stesso numero osserva che, mentre questo studio che dovrà essere confermato non può provare la causalità dei risultati, non vi è un precedente per effetti analoghi in studi sugli animali, il che dà una plausibilità biologica ai risultati riportati da Lang e gli altri".

È stato dimostrato che il Bisfenolo A è in grado di attraversare il rivestimento in plastica di prodotti alimentari in scatola e in misura minore da quelli in policarbonato, specialmente quelli lavati con detergenti acidi e quelli usati per contenere sostanze acide o liquidi ad alta temperatura.

Un recente studio di Health Canada ha rilevato che nella maggior parte delle bevande analcoliche confezionate in contenitori di plastica i livelli di Bisfenolo A, se pur molto bassi, erano comunque rivelabili.

Mentre la maggior parte dell'esposizione a questa sostanza avviene attraverso la dieta, una parte di essa può avvenire anche attraverso l'aria e l'assorbimento tramite la pelle.

Studi da parte della CDC hanno trovato bisfenolo A nelle urine del 95% degli adulti sottoposti a campionamento nel periodo 1988-1994 e nel 93% dei bambini e degli adulti testati nel periodo 2003-2004. Neonati nutriti con alimenti liquidi sono tra i più esposti e quelli alimentati con alimenti contenuti in bottiglie in policarbonato possono assumere fino a 13 microgrammi di bisfenolo A per kg di peso corporeo al giorno.

Gli studi su animali più sensibili mostrano effetti a dosi molto inferiori, mentre l'EPA ritiene esposizioni fino a 50 mcg / kg / die sicure. Nel 2009, uno studio ha trovato che bere da bottiglie in policarbonato ha aumentato i livelli urinari di Bisfenolo A di due terzi, passando da 1,2 microgrammi / grammo di creatinina a 2 microgrammi / grammo di creatinina.

Le associazioni di consumatori raccomandano alle persone che vogliono ridurre l'esposizione al bisfenolo A di evitare gli alimenti in scatole di plastica o policarbonato (che condivide il codice di identificazione 7 con molte altre materie plastiche) a meno che la confezione indichi che la plastica è esente da bisfenolo-A.

Il National Toxicology Panel raccomanda di evitare di mettere contenitori in plastica nei forni a microonde, lavarli nelle lavastoviglie o utilizzando detergenti aggressivi.

 

Informazioni raccolte dal web.

Foto dal web.

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